La solitudine, la crisi incessante e la carenza di lavoro sono alla base di due tragici episodi che hanno funestato l’inizio settimana pescarese, a dimostrazione che certe realtà non ci sono mai troppo lontane, anzi, possiamo toccarle con mano. Due giorni fa un uomo 45 enne si è tolto la vita lanciandosi da una rampa dell’asse attrezzato e finendo sul selciato del parcheggio della golena sud. La morte è sopravvenuta all’istante.
Ieri è toccato a una donna trentacinquenne disoccupata emulare quel gesto della disperazione: ella, stavolta, ha scelto di lanciarsi dal ponte D’Annunzio nel fiume Pescara.
Se non fosse stato per un’imbarcazione in navigazione nei pressi i cui occupanti sono immediatamente intervenuti per trarre la giovane donna in salvo, ci troveremo a parlare di una nuova tragedia consumata all’ombra dell’immobilismo istituzionale.
Grazie al pronto intervento la donna non ha subito gravi conseguenze, anche se ne è stato disposto l’immediato ricovero nel reparto di Medicina del nosocomio pescarese.