Con il conferimento del suo corpo dal sostituto procuratore Giancarlo Ciani l’incarico al perito incaricato di eseguire l’autopsia, Pietro Falco, si cercherà di cominciare a fare chiarezza sulla morte di Patrick Sobczak, il 22enne polacco deceduto quando si affievolivano le feste e i suoni della Notte Rosa vastese. Solo 25 giorni fa sulle strade di San Salvo moriva un altro giovane di origine polacche, il 19enne Patryk Skretkowicz: ieri la scomparsa di quello che nel paese di Rocca San Giovanni, lì dove viveva con la madre e la sorella, definiscono un ragazzo gioviale e scanzonato, una sorta di mascotte.
Era venuto a Vasto per far festa, come le 30mila persone che si sono assiepate sul litorale, e, poi, aveva deciso di restare a dormire da amici in zona e così giù a ballare fino alle quattro del mattino. Poi il tragico evento che ha lasciato gli amici e i familiari sgomenti.
Sono molte, però, le cose che non quadrano in una vicenda dai contorni oscuri e sui quali l’anatomo-patologo dovrà creare uno squarcio.
Bisognerà determinare innanzitutto l’ora del decesso, per comprendere se la sua morte sia scaturita dall’investimento oppure fosse avvenuta prima; e, poi, il reale stato di coscienza dell’individuo che non può prescindere da una valutazione oggettiva su alcolemia ed eventuale assunzione di sostanze proibite.
Tocca invece agli inquirenti ricostruire gli ultimi istanti di vita del povero Patrick; capire con chi e come sia finito in quel maledetto parcheggio della vecchia stazione; spiegare perché fosse privo di documenti e denaro, entrambi indispensabili per un cittadino di provenienza straniera e un giovane che va in una città a divertirsi (difficile farlo senza soldi in tasca). Ed ecco allora che una delle ipotesi al vaglio dei magistrati sia proprio quella della presenza di altre persone sul luogo dei fatti e direttamente implicati nell’accaduto. Nelle prossime ore, intanto, si dovrebbe avere il referto autoptico che scioglierà i primi nodi.
