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Elezioni regionali a maggio: si dell’Avvocatura dello Stato, ma i dubbi restano

Consiglio regionale

Consiglio regionaleDunque, l’Avvocatura dello Stato ha espresso parere favorevole allo spostamento delle consultazioni elettorali per il rinnovo delle cariche all’Emiciclo al 24 e 25 maggio 2014 rispondendo così al quesito posto dal ministero dell’Interno a sua volta sollecitato dal presidente della Regione, Gianni Chiodi, e da quello del Consiglio regionale, Nazario Pagano.

Una decisione che sembra non aver soddisfatto proprio il Governatore, propenso, almeno secondo voci di corridoio, alle elezioni in novembre anche per spiazzare compagni di viaggio e avversari, Luciano D’Alfonso in primis.

Molti, invece, coloro che hanno accolto favorevolmente la decisione dell’AdS per i motivi più disparati nascosti da quella volontà di ottenere un risparmio economico (le regionali si terrebbero con concomitanza con le elezioni europee) e favorire l’affluenza (tradizionalmente bassa nei mesi invernali soprattutto qualora le condizioni climatiche precipitassero considerevolmente) cui si sarebbe anche tentati di credere.

Innanzitutto, a gioire sono quelli che ancora non hanno trovato casacca, soprattutto dopo lo sconquassamento determinato dal ciclone elettorale delle politiche che ha praticamente cancellato alcune forze e costretto altre a ricercare una propria identità e una proficua ricollocazione.

Non solo, il parere dell’Avvocatura dello Stato parla della necessità di modificare la legge elettorale regionale di recente approvata perché lo slittamento dell’election day potrebbe determinare problemi di incostituzionalità. Questa prescrizione potrebbe rappresentare ancora una volta l’occasione per provare a spingere verso una revisione globale del documento che contempli incandidabilità, quorum, quote rosa e via dicendo, aprendo  una nuova accesa conflittualità all’interno dell’Emiciclo in cui molti sono i galli che cercheranno di rioccupare il proprio posto.

La terza tranche riguarda coloro che si sentono più a rischio e, su questo, ci sentiamo di sottoscrivere quanto affermato dal segretario regionale del PD Silvio Paolucci. Spingere le regionali in concomitanza con le europee significherebbe, soprattutto per il PdL, probabilmente potersi giovare del traino mediatico di Silvio Berlusconi e di un’affluenza che potrebbe anche garantire possibilità di vittoria maggiori e la riconferma di un maggior numero di consiglieri.

Anche Paolucci, però avrà più tempo per mitigare il tifone D’Alfonso che spira sulla coalizione di centro-sinistra, ma, forse, sarà proprio quest’ultimo a giovarsi di più del rinvio per serrare ancor di più le fila. Anche i democratici si giocheranno una partita importante che partirà con il congresso nazionale, con le primarie per le regionali (che l’ex sindaco di Pescara potrebbe cercare di scavalcare) e via discorrendo.

Un’ultima riflessione pare d’obbligo e riguarda lo status di prorogatio che andremo ad affrontare e che peserà su tutti noi. E sì, perché l’Avvocatura sembra aver anche chiarito come in tale regime l’amministrazione regionale potrà agire soltanto per l’ordinario, il che, in un momento in cui le criticità sono tante e l’economia ha bisogno di decisionismo non rappresenta certamente l’optimum per tutto il territorio regionale. Inoltre, l’inattività che necessariamente dovrà scaturirne ci costerà tanto quanto ci è costato finora: ovvero pagare uguale per avere meno, molto meno.

Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)

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