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La “Compagnia dei Briganti – Fuoco del Sud” a Vasto Marina

compagnia briganti-vasto marina - 1I simboli sono quelli della tradizione, ma naturalmente l’approccio alla lotta prevede “armi” diverse dai revolver, i fucili a doppia canna, i pugnali e le scuri dell’epopea del brigantaggio. Così, anche le brigantesse e i briganti contemporanei sono facilmente riconoscibili dall’inconfondibile coccarda rossa, portata con orgoglio anche ieri sera presso la rotonda di viale Dalmazia a Vasto Marina, durante l’incontro organizzato per diffondere quella parte di storia poco conosciuta, probabilmente perché politicamente “sconveniente”, soprattutto in rapporto alla retorica nazionalista dell’Unità d’Italia che ancora oggi fatica a ritrovare un percorso storiografico obiettivo.
Presenti alla serata organizzata dalla “Compagnia dei Briganti – Fuoco del Sud” e patrocinata dal Comune di Vasto, Michele Ladisa da Bari, leader di Italia Prima, Franco Romano, direttore del portale Onda del Sud, Nando Dicè, leader del movimento Insorgenza Civile, Raffaele Colucci, sindaco di Sirignano (Av), le brigantesse d’Abruzzo Gabriella Anna Rapposelli e Maria Grazia Velotto, e Bartolo Di Luca, che insieme a Gabriella Anna Rapposelli, ha ideato e condotto la manifestazione strutturata con proiezioni di filmati, interviste e musiche “brigantesche”.
Al di là dei simboli e dei richiami storici, quella dei moderni briganti, come spiegato dalla brigantessa d’Abruzzo Gabriella Anna Rapposelli, più che una lotta è uno stile di vita che si riflette nelle scelte di tutti i giorni, a cominciare dal semplice gesto della spesa: “Quando vado a fare la spesa, per esempio, – ha spiegato la brigantessa – guardo l’etichetta non solo per vedere se è ‘made in Italy’, ma soprattutto se è un prodotto della mia terra. È un gesto piccolo per aiutare l’economia del territorio e fare in modo che i nostri figli non debbano ancora emigrare al nord per avere lavoro. Da questo punto di vista è importante anche sapere la sede legale della ditta produttrice”.
Un approccio, quello della cosiddetta “filiera corta” portato avanti dai moderni briganti, che ha trovato il sostegno anche dell’Arco Consumatori d’Abruzzo e si inserisce in quella serie di iniziative volte a valorizzare le terre del Sud, “troppo spesso vittime di stereotipi e pregiudizi”.
Ed è anche per combattere questa visione distorta che nella serata di ieri è stata ripercorsa la storia di un Sud diverso da come è stato dipinto dalla storiografia “risorgimentale”, un Sud che, prima dell’Unità d’Italia, vantava numerosi primati politici ed economici in ambito europeo e che oggi si vede relegato all’improprio ruolo di “palla al piede” della nazione.
Al di là di facili suggestioni e fascinosi idealismi, il percorso verso una ricostruzione storica obiettiva e condivisa va comunque fatto. Anche perché la storiografia contemporanea è riuscita a “fare pace” con pagine “scomode” e tristi come quelle delle foibe, ben più recenti, a maggior ragione potrebbe e dovrebbe con pagine più lontane del tempo su cui l’opportunità politica ormai non dovrebbe avere più molto peso.

n.l.

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