Non si ferma l’ondata di protesta che ormai accomuna tutto il mondo occupazionale frentano-vastese. L’ultima in ordine di tempo alla SiderVasto, l’azienda nata nel lontano 1975 che ne suoi 5 capannoni impiantati su un’area di 10mila mq si occupa della produzione di tubi in acciaio profilati e di tubi strutturali, dove i dipendenti sono tornati a presidiare i cancelli negli ultimi sei giorni per impedire ai tir di portare via le ultime scorte immagazzinate. Un modo per rivendicare il pagamento degli stipendi del mese di dicembre 2012 da parte dell’azienda modenese proprietaria dello stabilimento.
Oggi il presidio è stato rimosso, dopo che direttore dello stabilimento Pietro Bruno ha dato ampie garanzie ai lavoratori che sarà saldato loro quanto dovuto e non solo: a settembre verrà avviato un tavolo di confronto per cercare di trovare una soluzione che consenta di salvare la fabbrica e i 55 posti di lavoro, da un anno sotto la spada di Dàmocle.
E intanto scoppia un nuovo caso anche nella vicenda ex Golden Lady, dove ora si cercano di avviare iniziative per comprendere cosa non abbia funzionato. Un accordo che sembrava aver riaperto le porte della speranza per i lavoratori e che poi è saltato senza apparentemente avere colpevoli. E non solo, si cercherà di fare chiarezza se la proprietà della Golden Lady ha versato quanto rispondente ai propri impegni oppure no e se si dove sono finiti quei soldi. Saranno il presidente della Commissione regionale del Lavoro, Nicola Argirò, e il sindaco di Gissi, Nicola Marisi, a guidare questa nuova crociata.
