Non possiamo non mostrare soddisfazione di fronte ai dati diramati dall’Istat sulla disoccupazione in Abruzzo che nel primo trimestre 2013 segna addirittura un calo dell’1,27% rispetto a un lieve aumento a livello nazionale.
Certo sono cifre incoraggianti, che non tengono, però, conto di quel che è successo nei mesi successivi. Come dimenticare il dietro-front nella vertenza ex Golden Lady, il taglio occupazionale della Arkema e del Pantalonificio d’Abruzzo, il fallimento della Valsinello solo per citare i casi più vicini a noi. Così come non può tenere conto delle nubi sempre più nere e dense che stanno oscurando anche il futuro della Val di Sangro. Nell’occhio del ciclone, infatti, è finita la Honda Italia, l’azienda che assembla soprattutto scooter nell’aria atessana e che sta pesantemente risentendo della contrazione delle vendite. Il suo stato di sofferenza rischia di mettere in ginocchio anche le aziende fornitrici presenti in zona, ben 21, nelle quali sono occupate 340 lavoratori per i quali “si stanno esaurendo gli ammortizzatori sociali e alcune aziende hanno già avviato la procedura prevista dalla legge 223/91 per licenziare”, sottolinea il segretario provinciale della Uilm, Nicola Manzi, ed aggiunge “Il Cisi Service entro il 31 luglio cesserà le attività di manutenzione degli impianti e riparazioni nello stabilimento Honda di Atessa e manderà a casa tutti i 28 dipendenti.
Intesa Meccanica ha avviato il 24 maggio ‘13 la procedura per licenziare 18 dipendenti che lavorano esclusivamente per Honda.
Altre aziende seguiranno presto la strada dei licenziamenti se non interverrà la casa madre Giapponese a portare sul territorio la produzione dei componenti per gli scooter assemblati nello stabilimento Honda di Atessa”.
Il segretario dei metalmeccanici Uil lancia, dunque, un appello sentito al management nipponico della Honda e alle Istituzioni regionali e locali: “a loro diciamo che il tempo sta per scadere, pertanto chiediamo di dare immediatamente seguito agli impegni assunti presso il Ministero dello Sviluppo Economico e dare una nuova opportunità di mercato, sviluppo e occupazione al territorio”.
Speriamo che i dati snocciolati dall’Istat, però, fotografino una situazione di lenta ripresa economica anche dalle nostre parti e che si possano scongiurare eventualità come quelle sulle quali forte è l’allarme delle organizzazioni sindacali.