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Al Parco della Majella si cambia il direttore perché lavora troppo

Parco Nazionale della Majella - Abruzzo, Italy - Official Web SiGiudichiamo un atto illegittimo la scelta del presidente Iezzi di individuare un Direttore facente funzione non iscritto all’albo dei Direttori di parco nazionale, poiché viola la legge 394/91 che, sebbene vorrebbe essere modificata da molti, finché è in vigore deve essere rispettata anche dal presidente Iezzi. Consideriamo inoltre questa scelta ingiustificata, poiché rappresenta un atto di non fiducia del presidente Iezzi verso il personale interno all’Ente”: questa la dura presa di posizione di Legambiente contro il Presidente del Parco nazionale della Majella Franco Iezzi alla luce della decisione di quest’ultimo di revocare l’incarico di direttore a Teodoro Andrisano, adducendo come motivazione generica la necessità di “ristabilire i carichi di lavoro” che gravavano su di lui, che svolge dallo scorso 3 marzo anche il ruolo di Direttore facente funzione, oltre a quello di responsabile di altri due servizi all’interno dell’Ente parco.

A scatenare le ire dell’associazione ambientalista, però, è soprattutto la volontà di affidare quell’incarico ad un consulente esterno, che può garantire la presenza solo due giorni alla settimana, sollevando molti dubbi su tutta la vicenda: “si ha la sensazione che il presidente Iezzi voglia normalizzare la struttura amministrativa dell’Ente verso atti non condivisi dalla struttura stessa, come testimonierebbe anche il recente ritiro di un bando sulla comunicazione”.

Legambiente accende i riflettori  su un’altra scelta contorta del presidente su cui solleva delle perplessità “Lo scorso marzo è scaduto il contratto di Direttore a Nicola Cimini, che ha svolto questa funzione fin dalla nascita del Parco e, sebbene dopo 17 anni sia legittimo voler cambiare, non si comprende il motivo di espletare un bando di concorso per questa figura, sapendo che non si può procedere a breve termine alla individuazione del nuovo Direttore: al Parco nazionale della Majella manca, infatti, il consiglio Direttivo dal lontano 2007. Il presidente Iezzi sa, o dovrebbe sapere, che è il Consiglio Direttivo ad individuare, sulla base di un bando pubblico aperto a soggetti abilitati alla professione di Direttore di Parco, la terna di nomi da sottoporre al Ministro dell’Ambiente per la scelta finale del nominativo ritenuto a suo giudizio più idoneo”.

Legambiente affonda il colpo con tutta una serie di riflessioni: “L’imprevista svolta che Iezzi ha impresso al Parco paventa alcune contraddizioni  e domande che è lecito porsi.

Perché, con un atto a nostro avviso illogico, il presidente Iezzi ricorre a un Direttore f.f. esterno all’Ente e ne giustifica la scelta con l’obiettivo di migliorare l’efficienza, e poi si scopre che questa funzione è garantita solo per due giorni alla settimana? Il presidente Iezzi sa che se si dispone di una figura professionale adeguata a svolgere quel ruolo, com’è il dott. Andrisano, nella pubblica amministrazione non si può ricorrere a professionalità esterne? E se Andrisano è così oberato di impegni non si sarebbe potuto, ad esempio, valorizzare qualche altra figura professionale presente all’interno dell’Ente, riassegnando le funzioni dei diversi settori di cui era responsabile? O se infine, al contrario, il presidente non annoverava Andrisano tra le sue simpatie personali o non lo riteneva così idoneo all’incarico, non avrebbe potuto scegliere un Direttore f.f. tra gli altri dipendenti del Parco? Sarebbe certo stata una significativa prova di fiducia verso le qualità e le professionalità presenti all’interno dell’Ente”.

Legambiente quindi mette in guardia sulla pericolosità dell’atteggiamento e delle scelte di Iezzi che potrebbero determinare un quadro di debolezza dell’Ente parco in  grado di riaprire ampi spiragli a chi mal digerisce l’eccessiva tutela ambientale dell’area e che, magari, ambirebbe a portare avanti una nuova campagna di cementificazione. Per questo chiama all’intervento le istituzioni: “Legambiente si appella, inoltre, alla Regione Abruzzo e alle altre istituzioni di ogni livello, oltre che alle forze politiche e parlamentari più sensibili, affinché vigilino sull’attuale fase che sta vivendo il Parco nazionale della Majella e si eviti che, chi non ha ben compreso la funzione che deve svolgere, confonda il ruolo di presidente di un Ente parco con quello di amministratore di altre esperienze che il territorio abruzzese ha visto fallire. Per noi è fondamentale salvaguardare l’integrità territoriale del Parco e la piena legalità delle azioni che compie l’Ente”.

Lu. Spa.

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