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SEN: Passera e Clini hanno violato la Costituzione. A rischio il futuro dell’Abruzzo

È stato un incontro molto interessante quello ospitato  ieri nella Pinacoteca di Palazzo d’Avalos a preludio della manifestazione in programma quest’oggi in quel di Pescara. Al centro dell’evento, intitolato “Abruzzo da cuore verde d’Europa a polo petrolifero” e voluto dall’Amministrazione comunale, le problematiche correlate alle continue richieste di prospezione ed estrazione nella tratto marino di fronte le coste teatine. Ad introdurre l’argomento in modo esaustivo l’assessore all’Ambiente Anna Suriani, cha ha ripercorso le varie iniziative portate avanti all’interno del Consiglio comunale e la unanime contrarietà sempre espressa dall’assise civica sulla petrolizzazione.

Al sindaco Luciano Lapenna l’incombenza di ricordare tutte le battaglie portate avanti dall’Amministrazione contro ogni genere di insediamento che potesse risultare lesivo della salute pubblica fino alla decisione di bloccare con una propria ordinanza la realizzazione della centrale a biomasse a Punta Penna, e poi i successi contro Petroceltic, nel chiaro intento di ribadire con forza la contrarietà propria e della città a questa tipologia di impianti, deleteri per quella che è la regione verde d’Europa, e la volontà di porre in essere ogni forma di lotta perché i petrolieri non l’abbiano vinta.

Fabrizia Arduini, referente Energia del WWF, ha illustrato nel dettaglio il progetto Ombrina Mare 2 su cui si è concentrato il dibattito analizzando anche i rischi per l’ambiente, l’economia e, soprattutto, la salute visto l’alto numero di emissione in aria ed in acqua.

Francesco Stoppa, ordinario di geochimica e vulcanologia all’Università D’Annunzio di Chieti, ha arricchito il dibattito lanciando un allarme forte sulla possibile localizzazione delle attività estrattive e petrolifere e metanifere: “vogliono impiantare Ombrina Mare su un prisma di fango col rischio che possa scivolare tutto determinando danni incalcolabili – ha detto Stoppa – avvalendosi delle numerose mappe e cartine il professore ha evidenziato la pericolosità sismica delle installazioni richieste “è normale che lungo le linee sismiche si accumuli del greggio, ma è anche vero che togliendolo andremmo a “lubrificare” quelle frizioni in grado di innescare sismi di grave entità”. Stoppa ha ricordato come queste non siano eventualità remote: basti pensare al terremoto in Capitanata del 1627 che colpì pesantemente il vastese, oppure quello di Orsogna e via dicendo. Così come la costa teatina può essere vittima di tsunami, come già accaduto in passato, con onde alte anche tre metri.

Un allarme concreto, quindi, basato su ricerche e dati statistici che pone ancor più l’accento su come sia stato possibile giungere a questo punto.

Particolarmente innovativo l’intervento conclusivo del prof. Giampiero Di Plinio, ordinario di Istituzioni di Diritto pubblico alla D’Annunzio. “Mettere insieme tutti i fattori di rischio significa già da subito perdere il 30% del PIL per una quantità di greggio sufficiente al fabbisogno di una settimana”: questa la prima sentenza di Di Plinio, che da esperto costituzionalista non ha perso l’occasione di entrare nel merito della recente approvazione della Strategia energetica nazionale (SEN). “Passera e Clini hanno violato la Costituzione perché abusando del loro potere hanno portato avanti ed approvato un piano di sviluppo in un regime di esercizio provvisorio per l’ordinario. Ed ha sbagliato anche Monti nel momento in cui è decaduto e non ha diramato una direttiva che specificasse i compiti attribuibili ai ministri”, ha tuonato Di Plinio, che poi ha posto l’accento su un punto evidentemente sottovalutato. In base alle prescrizioni della SEN, infatti, per essere venduto in Europa il greggio dovrà rispondere a determinati requisiti che ne favoriscono la raffinazione entro il continente. Ciò spiegherebbe l’enorme dispendio economico e strutturale costituito da Ombrina Mare 2 che avrebbe,” negli intenti dei due ministri, il compito di intercettare le navi petrolifere provenienti dall’Oriente e raffinare il petrolio da distribuire in tutta Europa”. Infatti, le attività estrattive in loco si fermerebbero presto visto l’esiguo quantitativo di greggio, mentre la concessione richiesta è per 24 anni, così come le potenzialità dell’impianto sarebbero sfruttate solo minimamente risultando anche sconveniente, mentre contemplando anche la raffinazione del petrolio orientale lo farebbe andare a pieno regime.

Molto critico anche Gianluca Castaldi, che ha voluto ricordare quanto il Movimento 5 Stelle abruzzese sta facendo in Parlamento contro le installazioni petrolifere nell’Adriatico e come siano due le questioni da dirimere nel breve termine: l’approvazione definitiva della perimetrazione del Parco della Costa Teatina che avrebbe risolto non pochi grattacapi e la scelta di cosa vogliamo fare del futuro della nostra regione.

 

Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)

Fotoreportage: Natalfrancesco Litterio

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