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NSG-Pilkington: a caccia di premi (di produzione e di presenza)

Pilkington_LKWÈ stata una settimana di tensione quella vissuta negli stabilimenti della NSG-Pilkington, dove si sono succedute le assemblee tenute dalle maggiori sigle sindacali per esporre il piano aziendale circa le retribuzioni. Ed è stato un confronto serrato tra le maestranze e le OO.SS. accusate di sudditanza e di incapacità per non aver avuto nemmeno la prontezza di preparare una controproposta. Il nocciolo del contendere, oltre al premio di produzione, soprattutto il premio presenze, ovvero quello che dovrebbe essere attribuito a coloro che non fanno assenze. Questo perché l’azienda sembra intenzionata ad inglobare nel calcolo dei giorni di assenza dal lavoro anche quelli in cui il lavoratore ha usufruito della legge 104, quella vincolata all’obbligo di assistere un disabile di qualunque natura, oppure di permesso di allattamento, ha donato il sangue, ha espletato servizi civili, come ad esempio i volontari della protezione civile, e via discorrendo. Ed è qui che la frattura tra dipendenti e sindacati è diventata una lacerazione difficilmente rimarginabile in questo particolare momento congiunturale in cui le buste paga, i tfr e le pensioni sono state tagliate dai contratti di solidarietà e dall’assottigliamento di ogni forma di premio, a fronte di un incremento della pressione fiscale. È altresì vero che nessuno vuole toccare i diritti in merito alla loro concessione e che l’azienda ha probabilmente la facoltà di agire sulla parte di erogazione di eventuali premialità, più di un dubbio però resta circa la scelta paventata dal punto di vista etico e morale. Qualche riflessione, però, consentitela: e ci chiediamo se prima di adire misure così restrittive nei confronti dei lavoratori, la cui insoddisfazione può pesare eccome sui regimi produttivi a livello e qualitativo e quantitativo, non sarebbe opportuno da parte di chi può valutare attentamente la riduzione dei costi altrove, dai tagli degli stipendi più alti, prassi ormai in diffusione in tutto l’Occidente, alla revisione dei contratti di fornitura di ogni genere di bene, ai consumi di carburante, agli acquisti di beni. Gli attriti creati in questi giorni hanno certamente innescato meccanismi di rabbia e di protesta che difficilmente si assopiranno in breve tempo e peseranno molto nel futuro prossimo nel rapporto sempre più difficile tra lavoratori e sindacati.

Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)

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