Non si è mai fermata e, anzi, è riesplosa con maggiore veemenza la protesta dei lavoratori della ex Golden Lady dinanzi ad una vicenda che in questi 2 anni ha regalato loro più di una delusione. E così dopo aver manifestato ieri a Pescara fianco a fianco ai dipendenti della Sixty, quelli della ex industria di calze della Valsinello torneranno di nuovo a far sentire la loro voce sabato quando si raduneranno davanti ai cancelli dell’azienda a caccia di risposte che, visto quanto successo finora, difficilmente troveranno. Promesse disattese e l’incertezza più totale rappresentano una spada di Dàmocle sul loro futuro occupazionale. Nonostante i proclami, la New Trade ha praticamente solo 18 dipendenti, a fronte dei 110 stabiliti in fase di accordo, anche perché la società non ha mai voluto presentare quella fidejussione richiesta in Abruzzo, ma non altrove, per colpa del dissesto sanitario. Più complessa la vicenda della Silda Invest, l’azienda calzaturificia che avrebbe dovuto rioccupare 250 lavoratori bloccata dalla decisione del governo Monti di ingessare la formazione on the job, quella stessa garantita, invece, alla Fiat per il processo di riconversione di Pomigliano D’Arco. Ed allora sarebbe giusto, come ha accennato Camillo D’Amico fare “giustizia su ogni genere di responsabilità sul mancato rispetto dei contenuti dell’accordo di riconversione sottoscritto al MISE il 29 Maggio 2012”. Siamo certi, però, che le criticità sollevate in questi mesi resteranno nella nebbia più fitta dando un colpo mortale ad altri 370 posti di lavoro.
Lu. Spa.
