Lo fa con i toni pacati che lo contraddistinguono, Nicola Argirò, quando sceglie di riaffermare le sue perplessità sulla procedura di smantellamento di Sviluppo Italia Abruzzo S.p.A. paventata dalla Regione e lo fa dall’alto del suo incarico come presidente della IV Commissione Industria-Commercio-Turismo dell’Ente: “La liquidazione di Sviluppo Italia Abruzzo – dice- impedirebbe le ottimali azioni di animazione, tutoraggio ed erogazione a favore dei neo-imprenditori abruzzesi e comprometterebbe, allo stesso tempo, la permanenza delle imprese insediate nei 3 incubatori, mettendone a rischio il futuro con gravi ripercussioni sull’occupazione“.
Le affermazioni di Argirò giungono dopo che il Consiglio regionale ha approvato una risoluzione con la quale impegna la Giunta “ad attivare, in tempi brevi, tutte le procedure previste dalla legge, per l’acquisizione da parte della Regione Abruzzo, al costo simbolico di 1 euro, del pacchetto azionario di Sviluppo Italia Abruzzo, avviando contestualmente il piano prospettato ai lavoratori, il quale prevede lo “spacchettamento della società al fine di favorire il reinserimento dei 19 dipendenti presso strutture regionali aventi competenze analoghe”.
Il documento chiede alla Regione di utilizzare le possibili risorse derivanti dalle procedure di cessione del patrimonio immobiliare per il pagamento degli stipendi arretrati ai dipendenti della società.
“Sviluppo Italia Abruzzo S.p.A. – ha sottolineato Argirò – ha 19 dipendenti e dispone di tre incubatori d’impresa che ospitano attualmente 38 aziende, per un totale di 213 occupati. Oltre a partecipare a importanti progetti di sviluppo locale, alcuni in corso di realizzazione come “Crea Impresa”, gestisce il Titolo II del Dgls 185/2000, il cosiddetto “Autoimpiego” (la legge dello Stato che finanzia la creazione ed il sostegno alle nuove imprese). Sono evidenti, dunque, le conseguenze che la cessazione della sua attività comporterebbe per l’economia regionale“.