Avevamo parlato nei giorni scorsi del direttore di una clinica del SS. Annunziata di Chieti sospeso perché eseguiva visite “private” all’interno e con l’ausilio di macchinari della struttura ospedaliera, un’attività illegittima che avrebbe consentito di sottrarre alle casse dell’Azienda sanitaria in un solo mese circa 8mila euro. Proprio ieri l’urologo finito sotto accusa, Raffaele Lanfranco Tenaglia, si era difeso affermando che in realtà non esisterebbero, ma che tutto l’equivoco nascerebbe meramente dalla denuncia di un collega. Oggi, però, nella vicenda si sono vissuti due momenti importanti: il primo, il confronto a muso duro tra il professionista ed il rettore dell’Università D’Annunzio, Carmine Di Ilio, dopo che si è già mossa la macchina disciplinare dell’Ateneo che dovrà decidere il da farsi in base alle norme statutarie e del regio decreto del 1933.
Il secondo è stata la decisione di Francesco Zavattaro di sostituire ad interim il prof. Tenaglia a seguito della sospensione dall’incarico di direttore della Clinica Urologica dell’Ospedale di Chieti, come previsto da un’ordinanza del Gip del Tribunale di Chieti, con il prof. Luigi Schips. L’Azienda sanitaria locale ha infatti provveduto a sospendere la convenzione con l’Università teatina relativamente alla direzione dell’unità operativa complessa di Clinica Urologica dell’ospedale teatino.
Le motivazioni di tale scelta sono state esplicate in un comunicato che così recita: “La scelta è ricaduta sull’unico urologo direttore di struttura complessa nell’organico dell’Azienda. Schips, 48 anni, abruzzese, già professore associato all’Università di Graz, èattualmente alla guida dell’Urologia negli ospedali di Vasto e Lanciano. Vanta una specifica competenza in chirurgia mini-invasiva e in chirurgia robotica”.
Per Schips un nuovo importante riconoscimento professionale dopo quello annunciato nei giorni scorsi dell’onore di essere stato scelto come il primo professionista nell’orbita del nosocomio teatino ad utilizzare il nuovo robot di sala operatoria in dotazione ai reparti di urologia, ginecologia e medicina generale. Certo è che, purtroppo, il nuovo impegno non potrà non ridurre il tempo a disposizione del luminare per le faccende di casa nostra, un nuovo impoverimento delle attività del caro vecchio S. Pio.