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Polo culturale, Bellafronte torna direttore

Resta direttore artistico del Polo culturale il maestro Raffaele Bellafronte.  Il Consiglio di Stato ha accolto i ricorsi presentati dal musicista vastese e dal Comune, per la riforma dell’ordinanza del Tar di Pescara che nei mesi scorsi aveva sospeso l’efficacia degli atti impugnati dal concertista romeno Mihai Ungureanu e disposto il rinnovo della procedura di selezione pubblica per il conferimento dell’incarico, rinviando la trattazione nel merito all’udienza del 19 dicembre 2019.

In sostanza i giudici di Palazzo Spada hanno ritenuto che non ci fossero i presupposti per accogliere l’istanza cautelare e per concedere la sospensione della procedura disposta dal Tar in seguito al ricorso di Ungureanu. La partita, in ogni caso, non è ancora chiusa visto che  per la definizione del contenzioso occorrerà aspettare ancora sette mesi. Nel frattempo il maestro Bellafronte torna ad occuparsi del Polo culturale in virtù del contratto firmato il 29 novembre 2018.

“Tutte le accuse infanganti sono state sconfessate dal supremo organo di giustizia amministrativa”, commenta il sindaco Francesco Menna, “il Consiglio di Stato  ha confermato l’assoluta terzietà dell’amministrazione e dell’avvocatura comunale, il cui obiettivo è sempre stato rivolto esclusivamente alla tutela degli interessi dell’intera collettività. Abbiamo seguito la legge senza farci intimorire da nessuno. Mi hanno accusato di tutto ed è stato perfino convocato un consiglio comunale straordinario”.

Ai giudici amministrativi di secondo grado si sono rivolti il Comune, rappresentato dall’avvocato Nicolino Zaccaria e il maestro Bellafronte difeso dagli avvocati Giuseppe Gileno e Salvatore De Simone che lo scorso mese di aprile avevano ottenuto la sospensione della nuova selezione pubblica indetta dal Comune con un decreto monocratico.

“La revoca della sospensiva è stata disposta dal Consiglio di Stato solo per motivi di danno e non per le questioni di diritto”, spiega l’avvocato Arnaldo Tascione, legale del concertista romeno, “riguardo ad esse il problema della verosimiglianza dell’illegittimità del concorso, già dichiarata dal Tar Abruzzo, non pare inficiata in alcun modo dalla pronuncia dei giudici di Palazzo Spada.  Nulla, pertanto, al di là di ciò che in modo azzardato sostiene la parte avversa, porta ad escludere il buon esito del giudizio definitivo e di merito su cui, è bene rammentarlo, il Tar deve ancora esprimersi il 19 dicembre 2019”.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

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