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Cozzolino, condanna a sei anni con lo sconto

Tre assoluzioni e 15 condanne. E’ questa la sentenza emessa ieri dal giudice Mario Cervellino all’Aquila al termine del processo al collaboratore di giustizia Lorenzo Cozzolino, alla moglie, Italia Belsole, alla figlia Giovanna, e ad altri 15 imputati coinvolti nella maxi operazione denominata “Adriatico”. Per i 18 imputati l’accusa aveva chiesto un totale di pene di 216 anni. Grazie alla scelta del rito abbreviato le pene si sono ridotte drasticamente. Non solo.

Il giudice ha assolto Ferdinando Bevilacqua, un uomo ritenuto al vertice del clan perchè vittima di un agguato a fuoco. Il suo legale, Antonello Cerella ha convinto il giudice che proprio quell’agguato dimostrava che il suo cliente fosse stato vittima di una spedizione punitiva perchè non voleva scendere a patti con nessuno, tanto meno con chi lo accusava. Soddisfatta della sentenza assolutoria anche l’avvocato Alessandra Cappa che difendeva Rocco De Nicolis.

L’artigiano di San Salvo assolto con la formula ampia esce dal processo a testa alta e così pure Antonio Jadonisi. Lorenzo Cozzolino, l’uomo che ha svelato un presunto patto con i rom per la gestione del traffico della droga dalla Campania all’Abruzzo, è stato condannato a 6 anni di reclusione. La moglie Italia Belsole è stata condannata a 5 anni e 4 mesi. La figlia Giovanna Cozzolino a 3 anni e 4 mesi, Enzo Claudio Cerella, German Ochstad , Pietropaolo Michele, Elenio Di Filippo a 4 anni e 8 mesi. Carmine Bevilacqua a Lucia Sauchella a 5 anni, Antonio Fiore a 6 anni e 8 mesi. Simone Forlini a 6 anni . Fabio Martusciello a 5 anni , Luca Torricella a 2 anni e 8 mesi.

Fra 90 giorni saranno pubblicate le motivazioni di un processo difficilissimo e che ha richiesto un notevole sforzo ad investigatori e avvocati. Sostanzialmente soddisfatti ma non commentano la sentenza in attesa di leggere le motivazioni e valutare se è il caso di proporre appello, gli avvocati Fiorenzo Cieri, Marisa Berarducci, Arnaldo Tascione, Raffaele Giacomucci. A difendere Cozzolino è stato l’avvocato Nicola Artese.

Il collaboratore di giustizia ha rischiato una condanna a 24 anni. Lorenzo Cozzolino è stato l’uomo chiave dell’operazione “Adriatico” rivelando la presenza nel Vastese di un clan che dal 2011 fu impegnato a finanziare le proprie casse e i collegamenti con l’Olanda e l’Albania. Ottantuno le persone coinvolte. Trentuno accusati finirono in carcere. La maxi operazione coordinata dalla Dia portò a Vasto il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti e rivelò quanto il Vastese fosse appetibile alle mafie. Il 23 aprile prossimo la Cassazione chiuderà anche il ciclo del primo giudizio celebrato a Vasto a carico di 62 imputati.

Paola Calvano (Il Centro)

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