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Bussi sul Tirino, chiesti 1 miliardo e mezzo di euro e la bonifica integrale del sito

 

 

Il Ministero dell’Ambiente e la Regione Abruzzo hanno citato in giudizio Edison Spa ed alcuni imputati del processo penale relativo ai fatti di disastro ambientale e di avvelenamento delle acque nel territorio di Bussi sul Tirino. Gli esiti del processo penale, sebbene non abbiano consentito l’applicazione della pena agli imputati riconosciuti autori dei delitti per cui si procedeva, fondano l’instaurata azione civile, poiché sono stati riconosciuti come avvenuti sia il disastro ambientale sia l’avvelenamento delle acque. Ministero e Regione chiedono complessivamente un miliardo e mezzo di euro per ottenere il ristoro del danno ambientale e, per quanto riguarda la Regione Abruzzo, anche del danno all’immagine, oltre che il ripristino dello stato dei luoghi, attraverso interventi di riparazione ambientale ovvero compensativi dei territori coinvolti. I due enti chiedono a Edison Spa di provvedere alla bonifica integrale delle aree di Bussi e dell’intera Val Pescara.

Una causa del genere è destinata a fare storia, ha pochi precedenti: lo Stato intende fare rispettare un principio comunitario, ‘chi inquina paga’, evitando di far pagare il costo del danno ambientale alla collettività, ai cittadini. La sostanziale unicità di questo procedimento risiede nella sua complessità e nella rilevanza del disastro ambientale, già emerso nel processo penale conclusosi, in un territorio verde d’Italia, in una zona ricca di acqua e aree protette. Il tribunale ora dispone di tutti gli elementi per dare attuazione a quel principio e gli abruzzesi, e non solo, possono guardare con fiducia al futuro di Bussi”. E’ il commento di Cristina Gerardis, avvocato dello Stato e protagonista di gran parte della vicenda giudiziaria sulla mega discarica dei veleni della Montedison di Bussi sul Tirino (Pescara). L’avvocato Gerardis è stata anche direttore generale della Regione Abruzzo dal 2015 al 2017, subito dopo la prima sentenza della Corte d’Assise di Chieti.

Edison ritiene “infondata” la richiesta di risarcimento dei danni causati dalla contaminazione riscontrata nell’area di Bussi inoltrata dal Ministero dell’Ambiente e ricorda che “ci sono altri soggetti responsabili della bonifica, privati e pubblici, e auspica che tutti facciano la loro parte”. Edison si dice “pronta a onorare i propri obblighi e a affrontare, come avvenuto in passato, con serenità e serietà l’iniziativa del Ministero dell’Ambiente, rispetto alla quale non mancherà di intraprendere tutte le possibilità di difesa a propria tutela”.

Il gruppo ritiene che “la valorizzazione economica del danno indicata nella richiesta del Ministero dell’Ambiente sia basata su stime e parametri infondati e su elementi errati e non accertati”.

Il gruppo sottolinea inoltre che “il ministero richiede attività di bonifica solo a Edison, che è peraltro l’unico soggetto a essersi fatto carico – anche economicamente – delle azioni di ripristino del territorio. La società ha già avviato – viene spiegato nella nota – le attività propedeutiche alla bonifica che si è impegnata a portare a termine, come da progetto presentato al ministero dell’Ambiente nel 2018 e progressivamente integrato accogliendo le richieste di tutti gli enti competenti”.

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