La vita e l’opera della Ortese, la «straniera», la «zingara assorta in un sogno», come la definì Elio Vittorini, sono un sogno mistico che non ha casa. Per lei solo i sentimenti sono nazioni, solo i sentimenti sembrano essere luoghi. Solitaria e pensosa peregrina, la Ortese trova asilo nel silenzio della scrittura, nell’osservazione delle fragilità: tutto questo è rivelazione del bene, ma anche accettazione del male.
È possibile proteggere e promuovere il bene solo se si è capaci di riconoscere anche il dramma: l’alienazione della società moderna, la logica del guadagno, la violenza contro la Natura, la mancanza di delicatezza. È questa la missione etica che porta avanti con pacata eleganza, un monito a non rimanere sordi alle continue richieste di aiuto che ogni creatura, ogni cosa, fa emergere da sé. Ne deriva uno spettacolo a più voci per restituire della zingara sognatrice un ritratto autentico a vent’anni dalla sua scomparsa.
Monologhi brevi tratti da lettere, articoli di giornale, interviste, racconti, che si trasformano in reminiscenze oniriche a date alle voci di grandi nomi del teatro italiano: Mariano Rigillo, Anna Teresa Rossini ed Enzo De Liguoro e l’originale e sapiente voce di Melania Fiore, attrice e scrittrice teatrale (dagli anni con Scaccia alla consacrazione cinematografica ne “La grande bellezza” di Sorrentino) che restituisce la complessità di una figura, quella della Ortese, assorta nei suoi pensieri, sempre a metà tra la felicità e il turbamento.
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oppure presso la sede di Vasto di “Do it yourself” in via Alfieri 35 (4° piano)
Info tel: 0873-566140