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Vasto, chiusa l’inchiesta sulle tangenti al cimitero

La polizia di Vasto ha ultimato le indagini sulle presunte tangenti per seppellire i defunti al cimitero di Vasto. Dopo la riapertura di tre tombe a fine febbraio, sono stati altri piccoli accertamenti poi il dossier è stato chiuso. Ora tutto il materiale è nelle mani del procuratore capo della Repubblica del Tribunale di Vasto, Giampiero Di Florio.

In base al contenuto del materiale prodotto dagli agenti del commissariato diretti da Fabio Capaldo, il magistrato emetterà i rinvii a giudizio. Potrebbero essere solo 3 ( i tre ex dipendenti comunali Antonio Recinelli, Luisito Lategano e Franco D’Ambrosio finiti a luglio ai domiciliari), ma anche 17. Nell’inchiesta ci sono infatti 14 indagati. Sono i presunti beneficiari dei favori dei tre necrofori. Qualcuno potrebbe anche aver deciso di collaborare tirandosi fuori dalla vicenda. L’indagine è durata quindici mesi ed è partita da un cartello affisso all’esterno dei cimitero.

Il cartello firmato dal sindaco e dall’assessore al ramo, invitava i cittadini a consegnare denaro per qualsiasi operazione cimiteriale solo ed esclusivamente in municipio. Dopo qualche settimana in municipio vennero acquisiti moltissimi documenti.Venti anni di tumulazione, procedure, pagamenti, riesumazioni. Fra i documenti, anche il registro delle tumulazioni.

Le ultime verifiche avrebbero confermato quella che il procuratore Giampiero Di Florio ha definito, “una gestione parallela occulta e privatistica dannosa per il servizio pubblico”. Le ultime verifiche sono state importanti ed hanno permesso agli investigatori di approfondire alcuni particolari emersi dalle intercettazioni. Sono stati anche gli ultimi tasselli del puzzle accusatorio. E ora tutti si chiedono quante saranno le persone trascinate in giudizio.

Le ipotesi di reato sono di induzione indebita a dare o promettere utilità e di vilipendio di cadavere. Nonostante gli indagati continuino a negare le accuse, la complessa e articolata attività investigativa avrebbe accertato elementi inconfutabili di prova contro gli accusati e un importante danno patrimoniale nei confronti delle casse comunali.Non è la prima volta che il cimitero di Vasto finisce al centro di una indagine.

Nel 2013 partì una inchiesta su alcune bare e rifiuti cimiteriali trovati in una cassonetto sistemato all’incrocio fra via dei Conti Ricci e via Pitagora, a poca distanza dell’ingresso del camposanto. Allora fu il Comune a chiedere un’inchiesta e a stigmatizzare il comportamento dell’ignoto responsabile che aveva operato in spregio alle leggi.

Paola Calvano (il centro)

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