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Operaio morto di San Salvo, la famiglia chiede chiarezza

La salma di Egidio Benedetto è tornata a San Salvo. Erano passate da poco le 14,30 ieri pomeriggio quando il carro funebre ha raggiunto via Brunelleschi. La camera ardente dello sfortunato operaio è stata allestita a casa dell’uomo. Sfiniti e provati dal dolore, la moglie Carmela e i figli Luca e Francesco hanno comunque voluto permettere a parenti e amici di dare un ultimo saluto ad Egidio. Un fiume di persone ha reso omaggio all’operaio. Fra loro anche rappresentanti dell’amministrazione comunale.

Tanti i colleghi con cui aveva lavorato a Montalfano. Sgomenti gli amici dell’ex bar del Corso e quelli con cui Edigio seguiva le partite dell’Inter. Spirito goliardico ma mai sopra le righe, Egidio Benedetto conquistava tutti con la simpatia. La camera ardente resterà allestita anche oggi fino alle 16. Poi il corteo funebre raggiungerà la chiesa di San Giuseppe. Nel frattempo proseguono gli accertamenti per stabilire le cause dell’incidente costato la vita ad Egidio Benedetto.

I legali della famiglia, gli avvocati Arnaldo e Francesco Tascione insistono per ottenere un incidente probatorio, una simulazione tecnica dell’incidente , sulla piattaforma. Gli avvocati della famiglia, cosi come la Procura di Ancona ritengono che quanto accaduto sia stato provocato da un problema strutturale.

“La gru che Egidio Benedetto stava manovrando”, ricorda l’avvocato Tascione “stando a quanto dichiarato da chi era sul posto ha ceduto agganciando un peso di 5 tonnellate. Ma quella gru aveva una portata di 20 tonnellate. L’ incidente probatorio se concesso permetterebbe di verificare le condizioni strutturali della piattaforma petrolifera e quelle delle macchine operatrici, lo stato di manutenzione e di usura dei punti di ancoraggio della gru su cui lavorava la vittima, la condizione dei luoghi e dei materiali movimentati.”

“La morte di Egidio Benedetto”, insiste l’avvocato Tascione, “a nostro avviso,e come del resto ipotizzato dallo stesso procuratore della procura del tribunale di Ancona, Irene Bilotta, potrebbe essere derivata dalla violazione di norme cautelari e antinfortunistiche generiche e specifiche da parte dei soggetti garanti.Il cedimento della cabina non è stato provocato da una manovra. E’ comunque importante rivivere la scena sulla piattaforma e verificare le condizioni della piattaforma”.

La Procura indaga per accertare se chi avrebbe dovuto assicurare l’osservanza delle norme infortunistiche e la corretta manutenzione degli impianti lo abbia fatto o meno. “Ma non solo. L’indagine è delicata”, ricorda Tascione “lunga e complessa. Servirà del tepo prima di poter accertare tutto nel dettaglio”.

Paola Calvano (Il Centro)

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