Crisi economica e problemi di manutenzione. Anche le chiese della città sono a rischio. Il tetto della chiesa di San Pietro in Sant’Antonio ha ceduto e la struttura religiosa è chiusa al culto. I parrocchiani della chiesa di Stella Maris alla Marina periodicamente lanciano appelli per la loro chiesa che rischia di cedere. Anche la cattedrale di San Giuseppe sarebbe a rischio. A lanciare un grido d’allarme sollecitando chi di dovere ad intervenire con urgenza è lo scultore d’origine vastese ma da anni residente a Firenze, Mario Pachioli.
A mettere a rischio le fondamenta della chiesa, a parere dell’artista, sarebbe la pavimentazione piena di crepe della strada antistante la cattedrale, corso De Parma. “La pavimentazione di corso De Parma e a seguire di piazza Lucio Valerio Pudente è sconnessa“, rimarca Pachioli. “Quando piove si infiltra acqua che va a finire nei sotterranei della cattedrale di San Giuseppe creando umidità nelle fondamenta. Possibile che nessuno se ne accorga”.
Quello di Pachioli è il grido di dolore di un artista che ben conosce il valore della cattedrale, e delle opere che contiene. Lo scultore fa appello al Comune affinchè mandi al più presto tecnici ed esperti a verificare la situazione . “Spero che si intervenga presto per non creare danni alla chiesa”.
Pachioli suggerisce la realizzazione di uno scannafosso vicino alla chiesa per la raccolta dell’acqua . Un intervento che non dovrebbe comportare una grossa spesa ma eviterebbe grossi danni al duomo di Vasto. La chiesa, intitolata a San Giuseppe, è la concattedrale dell’arcidiocesi di Chieti-Vasto. Dell’antica chiesa medievale intitolata a Santa Margherita resta solo la facciata con il portale ed il rosone trecenteschi. Nel XVII secolo venne intitolata a Sant’Agostino e solo nel 1808 a San Giuseppe. La struttura sacra ha un valore incommensurabile.
L’amministrazione comunale è attenta alla questione. Il problema segnalato dall’artista fiorentino delle infiltrazioni sarà valutato. Intanto sono cominciati i lavori di ristrutturazione del tetto della storica chiesa di San Pietro in Sant’Antonio, che si affaccia su via Adriatica. Ad eseguire l’intervento è l’impresa Mammarella.
Il 25 gennaio scorso le capriate del tetto della struttura sacra, si sono piegate facendo crollare le tegole. Sul lato ovest del tetto della chiesa si è aperta una grossa ferita. «Non appena abbiamo saputo dell’accaduto», dice il vicesindaco Giuseppe Forte che con l’ingegnere Luca Giammichele dell’Ufficio lavori pubblici del Comune è stato fra i primi ad intervenire per verificare il danno, «insieme a don Gianfranco Travaglini, abbiamo avvisato la curia arcivescovile e le autorità religiose si sono subito attivate per evitare rischi ai cittadini e danni maggiori alla chiesa”. All’interno della chiesa fortunatamente, i danni non sono gravi. C’è comunque una infiltrazione di acqua piovana che va sanata.
Paola Calvano (Il Centro)