Giovedì 24 gennaio l’Associazione Vastese della Stampa festeggia il protettore dei Giornalisti San Francesco di Sales. Una ricorrenza che, sin dalla sua istituzione riunisce gli operatori della stampa e gli scrittori per una cerimonia all’insegna della cordialità e del riconoscimento dell’attività svolta. Per l’occasione gli aderenti dell’associazione si ritroveranno, alle ore 18, presso la Cattedrale di San Giuseppe per la celebrazione della Santa Messa a cui farà seguito un brindisi tra i soci.
“In questa ricorrenza – sottolineano i vescovi delle Chiese di Abruzzo e Molise – facciamo appello a tutti Voi, Operatori della comunicazione, perché il vostro prezioso e qualificato lavoro possa dare un contributo determinante alla costruzione di relazioni autentiche e di comunità reali sia in rete che al di fuori, promuovendo il dialogo sincero e rispettoso, difendendo la verità contro le fake news, evitando di diffondere, anche involontariamente, opinioni faziose e infondate”. Questo il messaggio ai giornalisti dei vescovi delle Chiese di Abruzzo e Molise in occasione della memoria di San Francesco di Sales, Patrono dei Giornalisti. Il messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali di quest’anno ha come tema il mondo delle relazioni virtuali sui social network: ‘Siamo membra gli uni degli altri (Ef 4,25). Dalle community alle comunità’. “Siate dunque persone che sanno sopportare la fatica di un dialogo sincero lasciando emergere la verità”, concludono i vescovi che lanciano anche il richiamo nell’uso del linguaggio.
San Francesco di Sales (1567 -1622), vescovo francese, fu proclamato santo nel 1665. Si narra che la sua penna si fosse spuntata e il Santo se la accostò al cuore e continuò a scrivere. Discendente ed unigenito del signore di Boisy, nacque nel 1567, studiò nell’università di Parigi, poi di Padova, dove ricevette, con grande lode il berretto dottorale. Tornato in patria venne nominato avvocato del Senato di Chambery. Entrò nella vita ecclesiastica ed iniziò a pubblicare libelli che affiggeva sui muri delle case e faceva circolare tra la gente, sicché venne riconosciuto come primo “giornalista” e scrittore cattolico, e gli valsero il titolo di dottore della chiesa. La sua prosa venne additata per la vivacità delle immagini, ricchezza delle espressioni. Le sue due opere “Introduzione alla vita devota” e “Trattato dell’amore di Dio” sono considerate testi fondamentali.