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Tribunale a rischio chiusura. “Basta con le vecchie recite”

Il rinvio del summit romano sulle sorti dei Tribunali abruzzesi non è piaciuto affatto nè al sindaco di Vasto, Francesco Menna, nè all’opposizione. ” Dalla sopravvivenza del Tribunale dipende quella del commissariato”, dice Menna. ” Non ha senso parlare di sicurezza senza presidi di legalità”, aggiunge il primo cittadino. “Ogni decisione deve essere presa prima delle elezioni di febbraio”, afferma Davide D’Alessandro invitando il governo giallo-verde a passare dalle promesse ai fatti .

Vasto teme che l’incontro con il ministro Alfonso Bonafade non si è tenuto e non si terrà. Il ministro smentisce . “L’incontro con la commissione regionale e con i vertici degli uffici giudiziari abruzzesi è stato rinviato per l’incombenza di alcune urgenze”, dice Bonafede. “Come ho potuto precisare al Presidente del Consiglio regionale, l’incontro era stato fissato lo scorso anno tenuto conto dell’obiettiva urgenza della questione. Con l’approvazione della manovra c’è stata la proroga di un ulteriore anno, fino al 2021 voluta fortemente dal governo, che permetterà al ministero un più ampio margine di riflessione per trovare una soluzione sostenibile che tenga conto delle peculiarità dei tribunali minori abruzzesi. Quindi, per chiarezza, non abbiamo alcuna intenzione di abbandonare la questione, anzi, gli uffici sono già al lavoro”.

Il sindaco Francesco Menna al di la delle rassicurazioni spera in un incontro a breve. ” Il rinvio mi è parso un brutto segnale”, dice Menna. ” Per Vasto, Procura e Tribunale sono preziose e importanti. La loro chiusura significa la soppressione del commissariato. Vasto al contrario ha bisogno di un presidio di legalità a difesa del territorio. Mi appello all’attuale governo affinchè prosegua l’opera avviata dal senatore Giovanni Legnini. Senza Procura e Tribunale è inutile parlare di sicurezza”, afferma il sindaco.

“Sul Tribunale di Vasto”, aggiunge Davide D’Alessandro “c’è il rischio di assistere a vecchie recite. I cittadini devono pretendere adesso dai candidati a un posto in Regione, non chiacchiere ma forme di impegno ben visibili. Passata la festa, gabbato lo santo. Se il presidio di Vasto non viene difeso dai vastesi, assisteremo alla spoliazione definitiva. Siamo diventati l’estrema periferia della periferia abruzzese. E basta con le deroghe. Vasto, che insiste su un territorio pericoloso, deve mantenere il suo Tribunale. Punto. Il resto è continua presa in giro. Se Roma e L’Aquila non sentono o, peggio, snobbano, se etichette e simboletti di partito promettono e non mantengono, è arrivato il momento di tenerne contro e trovare il modo di difendere le ragioni di Vasto e del Vastese”.

Paola Calvano (il centro)

 

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