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Cantiere pericoloso, vigile urbano assolto

Per due volte accusato e per due volte assolto. Dopo 6 anni è finita con l’assoluzione con formula piena l’odissea giudiziaria di Domenico Profeta sottufficiale della polizia locale di Cupello. A mettere nei guai il vigile, difeso in aula dall’avvocato Arnaldo Tascione, era stato nell’autunno del 2012 un fabbricato in costruzione nel centro del paese. Per sei anni il sottufficiale ha dovuto lottare per dimostrare la propria innocenza.

“Ora è arrivata la sentenza che gli restituisce serenità”, ha detto il difensore. Tutto è cominciato a causa della parete esterna di un edificio in fase di realizzazione. A detta dell’accusa, la parete era priva degli accorgimenti di prevenzione contro le cadute di materiale dall’alto. Fatto questo che aveva suscitato indignazione e preoccupazione fra i residenti della zona. D.R. che abitava accanto al fabbricato privato di L.S. chiese a Profeta di intervenire perchè la possibile caduta di calcinacci o altro materiale avrebbe potuto mettere a rischio la sua incolumità.

Secondo D.R. ,Profeta avrebbe rifiutato di intimare la cessazione dei lavori ordinando l’adozione delle opportune misure di prevenzione. A quel punto la donna denunciò il vigile accusandolo di aver omesso ogni contestazione a carico di L.S. Profeta venne rinviato a giudizio. “Dopo un primo processo con l’audizione di diversi testimoni“, racconta il difensore Tascione “i giudici emisero una sentenza di assoluzione per insussistenza dei reati contestati al mio cliente. Contestualmente però gli atti vennero rinviati alla Procura della Repubblica per la contestazione dell’omessa denuncia del reato da parte di Profeta in veste di pubblico ufficiale”.

La Procura avviò nuove e indagini al termine delle quali ha rinviato nuovamente a giudizio il vigile. Il 31 luglio 2017 è stato chiesto per l’indagato un nuovo processo perchè “in qualità di vigile , pur essendo a conoscenza dell’assenza di adeguati dispositivi di sicurezza all’esterno di un fabbricato in costruzione aveva omesso di informare l’autorità giudiziaria”.

Due giorni fa si è svolto il nuovo processo e ancora una volta l’avvocato Tascione è riuscito a convincere il Tribunale che il suo cliente si era comportato correttamente. L’imputato è stato nuovamente assolto, questa volta da tutte le accuse con la formula “perchè il fatto non sussiste”. Una sentenza che restituisce serenità al vigile che ha sempre ritenuto di aver fatto il proprio dovere.

Paola Calvano (Il Centro)

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