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Dal buttafuori gambizzato ai 7 spari contro un’auto

Quattro anni di indagini, quattro anni di episodi inquietanti e tre inchieste in corso. L’operazione Evelin condotta dalla Dda non è infatti l’unica indagine sul dominio albanese nel Vastese e a San Salvo in particolare. Da anni la magistratura vastese segue il filone. Tre le vicende sulle quali indaga la Procura di Vasto, l’attentato al bar Evelin del 14 aprile 2015, il ferimento di un buttafuori il 23 giugno 2017 e sette colpi di arma da fuoco sparati con un auto in sosta il 13 ottobre scorso.

Per la sparatoria al bar Evelin gli indagati sono tre e sono accusati di tentato omicidio in concorso: Fasli Faslia, 35 anni, disoccupato, Clirim Tafili detto Jimmi, 49 anni, imprenditore edile, e Bimi Tafili. Un quarto indagato, Elvin Tafili, è accusato di detenzione di arma da fuoco. I quattro sono tutti albanesi. Il primo fu ferito alle gambe da tre colpi di pistola. Il 23 giugno 2017 poco prima dell’una, un altro attentato. Un giovane albanese ha sparato un colpo di pistola contro Walther Cordisco, 34 anni, l’addetto alla security del locale El Domingo del lido Pachuka a San Salvo marina, ferendolo alla gamba.

I carabinieri hanno identificato il gruppo e il presunto sparatore, tutti albanesi che pretendevano di entrare. Dopo un iniziale battibecco, uno del gruppo ha estratto una pistola e ha esploso un colpo, colpendo il vigilante ad una gamba. Qualche giorno prima nel locale il gruppo di albanesi aveva provocato un parapiglia ed era stato allontanato. Uno sgarbo che secondo loro andava punito per ribadire le “regole” e il predominio . Il 23 giugno sono arrivati al Pachuka prima in quattro, poi in sette e alla fine in 30. Quel che accadde dopo è cosa nota.

Entrambi gli episodi appena accennati compaiono anche nel dossier della Dda. Non c’è traccia invece nelle 300 pagine che compongono l’ordinanza di custodia cautelare dei 20 albanesi coinvolti nell’operazione Evelin, della pioggia di colpi che il 13 ottobre 2018 svegliò i sansalvesi.

La procura di Vasto però indaga anche su quei colpi di pistola sparati contro un’auto parcheggiata in via delle Viole. Sette i proiettili esplosi tutti sulla fiancata di un’Alfa 156 all’altezza della porta anteriore destra. Il rumore ha svegliato diversi residenti che hanno allertato subito le Forze dell’Ordine. A distanza di un mese e mezzo sulla vicenda vige ancora il più stretto riserbo. Si sa solo che l’automobile era intestata a una barista albanese ma in uso ad un giovane connazionale. Gli investigatori non hanno escluso un possibile regolamento di conti, nè un richiamo all’ordine.

Paola Calvano (Il Centro)

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