E’ caccia in paese all’auto dalla quale all’alba di sabato sono stati sparati 7 colpi di pistola contro l’Alfa Romeo in sosta in uso ad un barista di 28 anni. La vettura pare sia stata ripresa da una telecamera. Il condizionale è d’obbligo. I carabinieri che indagano sul gesto intimidatorio non parlano e non confermano. L’attività dei militari però non è sfuggita in paese. I carabinieri e la magistratura vogliono dare una risposta agli attacchi della malavita e contestualmente all’esigenza di sicurezza della popolazione.
La vittima purtroppo non è stata di alcun aiuto agli investigatori. Non ha saputo indicare nè il possibile movente, nè il possibile esecutore. La uniche alleate delle forze dell’ordine sono le telecamere della videosorveglianza. Gli investigatori stanno cercando di risalire ai luoghi frequentati dal ventottenne nelle ore e nei giorni precedenti l’attentato. Il giovane potrebbe avere urtato la suscettibilità di qualcuno.
Nel quartiere in cui è stata presa di mira l’Alfa Romeo, nessuno vuole commentare l’accaduto. La gente è spaventata. Non è avvezza a veder piovere proiettili. E sabato di proiettili ne sono stati sparati sette in frequenza.
“Pochi minuti dopo”, commenta un pendolare senza nascondere la propria preoccupazione “è passato il bus dei lavoratori diretti alla Sevel. ” Confidiamo nei carabinieri”, dice il lavoratore. Gli investigatori non possono al momento contare sull’aiuto di eventuali testimoni. Se qualcuno dovesse avere indicazioni che possono risultare utili alle indagini è invitato a confidarle alle forze dell’ordine. E’ garantito il massimo riserbo.
Paola Calvano (Il Centro)