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Vasto, all’asta 12 beni comunali con altri ribassi

I beni sono sempre gli stessi, quello che cambia è il loro valore. Dopo alcuni tentativi andati a vuoto di vendere alcuni immobili di proprietà, il Comune ha deciso di riprovarci. La giunta municipale ha infatti deliberato l’indizione di  una nuova asta pubblica, applicando una riduzione sul prezzo originario del 10% e del 20%. Il pezzo forte del pacchetto formato da dodici beni fra fabbricati e locali commerciali è il parcheggio coperto di via Martiri Istriani a Vasto Marina.

In totale abbandono da anni, l’impianto che dispone di 200 posti auto passa da 1.583.600 euro a 1.425.240 euro con una riduzione del prezzo del 10%, inferiore a quello originario ma non ancora abbastanza appetibile. Non è peregrino ipotizzare che non ci saranno acquirenti e che il parcheggio continuerà a restare inutilizzato, oltre ad essere diventato ricettacolo di rifiuti. Sono scesi del 10% anche i valori del fabbricato di piazza Marconi, in pieno centro storico che attualmente ospita il circolo pensionati e il fabbricato di via De Gasperi, nel popoloso quartiere San Paolo, un tempo sede della scuola civica musicale.

Il primo edificio è passato da 400mila a 360mila euro, mentre il secondo da 360mila a 288mila euro. Sono invece ubicati lungo il centralissimo corso Mazzini i sette fabbricati in vendita, il cui prezzo, sceso del 20%, si aggira sulle 100mila euro l’uno, ad eccezione di un box del valore di 10.608 euro. Resta ancora abbastanza alto il prezzo dell’ex mattatoio di via Sant’Onofrio, passato da 740.510 a 666.459 euro.

Nell’elenco manca la ex scuola di via Naumachia, in pieno centro storico, che fa parte dell’accordo di programma con l’Agenzia del Demanio e che, in futuro, ospiterà la sede dell’Agenzia delle Entrate, previa ristrutturazione e messa a norma dell’edificio che si trova a due passi dal parcheggio Multipiano di via Ugo Foscolo, nella zona in cui si tiene il mercato settimanale del sabato. Anche in questo caso ci furono diversi tentativi di vendita all’asta, tutti esperiti senza successo.

I beni che il Comune ha deciso di alienare sono quelli che non producono redditività, ma che al contrario implicano solo alti costi di gestione per l’ente, sia a livello di manutenzione sia per quanto riguarda le spese condominiali. Si va quindi avanti con la dismissione di quei locali e fabbricati di proprietà individuati nel piano delle alienazioni  e delle valorizzazioni comunali allegato al bilancio di previsione.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

 

 

 

 

 

 

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