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Stupri, chiesti i trasferimenti in comunità

Stupro di gruppo. Restano richiusi in un istituto di pena romano sei dei giovani arrestati dai carabinieri per prestazioni sessuali e ricatti a due minorenni di Vasto. Solo un giovane di San Salvo, assistito dall’avvocato Vincenzo Chielli e un altro ragazzo di Paglieta assistito dall’avvocato Massimo Biscarsi hanno ottenuto la liberta. Il primo perchè è riuscito a dimostrare il ruolo marginale avuto nella vicenda il secondo anche per un vizio di forma.

L’avvocato Gianni Menna che difende il più piccolo del gruppo, ha chiesto che il suo assistito venga trasferito in una comunità. “ Viste le esigenze di natura cautelare“, conferma il legale “ e il timore di un possibile inquinamento di prove intendo chiedere ai giudici che il mio cliente possa almeno essere trasferito dall’istituto minorile in cui si trova ad una comunità di fuori regione , Lazio o anche Toscana“,dice l’avvocato Menna. “ Lontano da Vasto e dall’ Abruzzo il mio assistito non potrebbe in alcun modo inquinare le prove”.

La stessa richiesta sarà presentata dall’avvocato Antonello Cerella difensore del ragazzo denunciato per due volte da due minori che non si conoscono neppure. Della delicata vicenda si occupa il gip del tribunale per i minori dell’Aquila, Cecilia Angrisano.

La posizione più delicata è quella del ragazzo denunciato da entrambe le presunte vittime . La colpa degli altri sei giovani ancora agli arresti è quella di avere partecipato ai raduni che avvenivano nei garage o in locali abbandonati della città. Ad accusarli sarebbero le foto finite in mano ai carabinieri. Le indagini però non sono ancora concluse. Non è escluso che gli investigatori debbano ascoltare altre testimonianze. La vicenda che ha già prodotto diversi colpi di scena potrebbe arricchirsi di un nuovo capitolo.

Contestualmente alle indagini sui minori c’è anche l’indagine della Procura di Vasto che riguarda un maggiorenne che faceva parte del gruppo. Le indagini tuttavia proseguono nel più assoluto riserbo. Gli atti istruttori, vista la delicatezza del caso e l’età dei protagonisti , sono ancora secretati. Così pure le immagini e i video presenti nei dispositivi tecnologici e nei telefonini degli indagati accusati di abusi sessuali. I periti delle sezioni specializzate in informatica dei corpi di polizia giudiziaria stanno ancora esaminando il materiale .

L’avvocato Giuseppina Fabretti , avvocato dell’associazione Emilyabruzzo, lo sportello in difesa delle donne, nonchè legale insieme all’avvocato Fiorenzo Cieri delle ragazze che hanno presentato la denuncia, insiste anche sul dolo.“ Escludere il dolo delle minacce “, ha rimarcato l’avvocato Fabretti in una nota ” rischia di far scatenare un dibattito dell’opinione pubblica, con l’infausta possibilità di alterare gli animi delle vittime già sono molto provati dalla vicenda”.

Paola Calvano (Il Centro)

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