In principio era amore, poi è subentrato il disagio che ben presto si è trasformato in paura e angoscia. Due anni di inferno. Violenza, ricatti e minacce. A giugno li ha raccontati una sedicenne , qualche giorno fa a parlare è stata una ragazzina di 17 anni. Le ragazze che hanno denunciato il presunto aguzzino si conoscevano di vista ma non facevano parte dello stesso gruppo. La tecnica usata per soggiogarle è stata però la stessa. Anche il luogo divenuto teatro degli stupri era lo stesso: il Residence Rossetti, il fabbricato abbandonato che si affaccia sulla circonvallazione Istoniense.
Le foto e i video usati per ricattare le vittime sono stati sequestrati. Ciò che appare è oggettivamente gravissimo e altrettanto gravi potrebbero essere le conseguenze per gli accusati che sostengono di non avere mai costretto le ragazze a fare niente senza il loro consenso. Marco, il ragazzo denunciato per due volte dopo il primo arresto ha parlato di un “gioco voluto dalle parti” che però gli è sfuggito di mano.
Oggi il giovane, prossimo alla maggiore età, sarà ascoltato di nuovo a Roma dal gip Federico Falzone nell’istituto penale minorile di Casal di Marmo Sempre oggi è previsto l’interrogatorio degli altri 3 ragazzi, tutti minori arrestati con lui artedi. La difesa di Marco cercherà di dimostrare che riprese e foto sarebbero state fate dietro consenso. Gli altri ragazzi che compaiono nei video pare ignorassero che dietro i giochi erotici vi fossero minacce e ricatti.
Nessuno nella scuola frequentata dai ragazzi si era mai accorto di nulla. La vicenda è vissuta con incredulità dalla città che però punta il dito contro i luoghi del disagio, il residence Rossetti. La situazione di degrado del cantiere (e la pericolosità derivante dalla presenza di due gru) è stata oggetto a dicembre 2017 anche di una interrogazione del Movimento 5 Stelle e di una nota di protesta ad aprile.
Ieri anche Davide D’Alessandro ha scritto al sindaco, Francesco Menna. “ Il degrado ambientale“, scrive D’Alessandro ” si è trasformato in degrado morale. Dodici anni fa la prima amministrazione Lapenna si presentò annunciando una città a misura di bambino. In dodici anni Vasto è diventata una città a misura di violenza e criminalità. Occorre riqualificare luoghi e quartieri con progetti che abbiano visione e che invitino la comunità a vivere insieme”.
Intanto i carabinieri proseguono con la massima discrezione le indagini per verificare quanti giovani sono stati coinvolti nella vicenda. Al momento le vittime sono 3 e i presunti aguzzini 9. Il numero potrebbe crescere ancora. Qualcuno dei ragazzi ha compiuto 18 anni.
Paola Calvano (Il Centro)