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Vasto, l’ombra della camorra dietro lo spaccio

 

Caserta – Foggia- San Salvo. E’ il triangolo dello spaccio scoperto dagli agenti del commissariato di Vasto diretti da Fabio Capaldo. Un triangolo sul quale ancora una volta spunta l’ombra della camorra.L’operazione antidroga “Clean shirt” della polizia che ha sgominato l’ennesima organizzazione dedita allo spaccio di droga nel Vastese, è nata infatti da un attentato teso a colpire indirettamente un parente di un collaboratore di giustizia che in passato aveva avuto problemi con il clan Belforte o ” Mazzacane” di Marcianise , nel Casertano. Un clan dedito alla gestione del traffico di stupefacenti. Fatti e circostanze sono stati raccolti grazie ad accertamenti esperiti al CED Interforze del ministero dell’Interno.

E’ questo il particolare che ha spinto la Procura vastese ad ipotizzare il metodo mafioso al clan che oggi comparirà davanti al gip Fabrizio Pasquale per la convalida degli arresti. A dirigere i traffici secondo la magistratura vastese sarebbe stata una lady di ferro, Cristina Spada, 42 anni, originaria dell’agro romano ma residente a San Salvo. Sarebbe stata lei, mostrando doti da vera imprenditrice a gestire gli approvvigionamenti con i grossisti nella zona di San Severo e lo spaccio. Centinaia i clienti con i quali lei non aveva alcun tipo di rapporto delegando lo smercio ad una persona di fiducia, Mirko Di Giacomo. Un giro d’affari da capogiro. Basti pensare che solo la droga sequestrata durante il blitz ha un valore di 55mila euro più 7mila euro di contante recuperato. Un altro uomo di riferimento di Cristina Spada era Achille De Rosa che avrebbe spacciato all’ombra del faro di Punta Penna. Uno dei fornitori era Salvatore Maiello , 31 anni originario del Casertano, finito in carcere il 14 febbraio 2017 dopo essere stato sorpreso all’uscita della A14 con 110 grammi di eroina nascosti nel cruscotto di un furgone proveniente dal foggiano. Droga e non solo dalla Puglia. Quattro mesi fa Di Carlo e Di Giacomo vennero trovati in possesso di una bomba carta di fattura artigianale. A chi era destinato l’ordigno? Qualcuno da punire perchè voleva uscire dal giro? Uno sgarro ? Gli investigatori indagano anche su questo. La difesa di Cristina Spada, rappresentata dall’avvocato Marisa Berarducci contesta le accuse e si dice pronta a smontare il castello accusatorio. Anche gli altri due difensori, gli avvocati Raffaele Giacomucci e Antonello Cerella si preparano ad una agguerrita difesa. Ma intanto le indagini, affatto concluse sono state estese in Puglia e in altre località in cui secondo gli investigatori il clan operava. L’operazione promette nuovi sviluppi.

Paola Calvano (il centro)

 

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