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Inquinamento di poche ore, parlano gli esperti

Il divieto di balneazione nella riserva naturale di Punta Aderci è durato 48 ore, ma l’allarme per il superamento dei valori scattato il 12 luglio con l’ordinanza del sindaco Francesco Menna deve indurre a svolgere i necessari approfondimenti.

Ne sono convinti gli esperti che invitano Comune, Asl e Arta ad indagare sulle cause di un fenomeno che ha interessato per due giorni il tratto di costa a nord del polo di ponente di Punta Penna, dove si trova l’omonima spiaggetta assurta agli onori della cronaca nazionale come una delle più belle d’Italia.

Anche se il superamento dei valori è stato lievissimo non va sottovalutato perché ha interessato un luogo tutelato, non una spiaggia qualunque”, attacca Vincenzo Ronzitti, ecologo ed ex direttore dell’Arta, “per circoscrivere le cause sono necessari approfondimenti ed indagini che non devono limitarsi solo al prelievo di campioni di acque in mare, ma devono essere effettuati anche a terra. Mi riferisco al sistema fognario e depurativo. Sono stati fatti i necessari controlli? Verificare il corretto funzionamento dei depuratori assume una importanza rilevante soprattutto alla luce dei divieti di balneazione che si alternano periodicamente nel tratto di mare antistante la spiaggia di Mottagrossa nella riserva di Punta Aderci, dove il Fosso della Paurosa, un torrentello che attraversa l’area protetta, continua a creare problemi ad intermittenza per la qualità delle acque. Penso che andrebbero fatte delle indagini approfondite sull’impianto di depurazione del carcere di Torre Sinello per risalire alle cause e trovare, una volta per tutte una soluzione. Ma mi si consenta anche una riflessione su Punta Aderci”, aggiunge Ronzitti, “è una riserva e quindi dovrebbe prevalere la logica della tutela su quella della indiscriminata fruizione turistica. Ma è evidente che questi concetti, secondo me basilari, sono difficili da far passare con le conseguenze che sono sotto i nostri occhi. Dobbiamo tornare ad essere una coscienza critica”.

Il campanello d’allarme per la spiaggetta di Punta Penna è scattato il 12 luglio quando sull’albo pretorio on line del Comune è stata pubblicata l’ordinanza di divieto di balneazione firmata dal sindaco Menna.

Lo stop ai tuffi è durato 48 ore, ma tanto è bastato per sollevare una polemica che ha spinto lo stesso primo cittadino e l’assessore alle politiche ambientali Paola Cianci a parlare di “speculazioni politiche”.

Secondo il sindaco “c’è stato chi ha fatto a gara per amplificare la notizia, arrecando non poco danno all’economia turistica della città. Sono situazioni che, specie in estate quando la popolazione aumenta, si registrano in molte località balneari”.

Anna Bontempo (Il Centro)

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