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L’Affaire immondizia, chi vuole marginalizzare Vasto?

Tre sono i punti fondamentali de “l’affaire ordures”, l’affare immondizia: 1. I rifiuti presentano per Vasto una grande sfida, perché è un settore che ha grosse potenzialità; 2. Il piano di aumento della differenziata, presentato anni fa, è bloccato a una percentuale troppo bassa, siamo ancora lontani dagli standard di altre zone d’Italia e d’Europa; 3. La mancanza di programmazione di questa amministrazione, che vive alla giornata, aspettando che altri le diano indicazioni su dove e come orientarsi.
In queste condizioni, quale potrebbe essere la proposta accettabile per Vasto, sia in termini economici che di efficacia?
La cosa che lascia disarmati è la mancanza di programmazione di questa amministrazione. Che il contratto con la Pulchra scadesse fra tre mesi, lo si è scoperto solo oggi? Non lo sapevano da 20 anni? E non avrebbero dovuto prepararsi per tempo, programmando il percorso da seguire per dare tranquillità ed efficienza alle famiglie vastesi? Insomma, c’è una strategia di gestione integrata dei rifiuti da parte del Comune di Vasto?
Passare da una gestione nella raccolta dei rifiuti a un altra non è una cosa agevole. Si tratta di cambiare azienda, metodi, procedure, che potrebbero facilmente provocare difficoltà e ritardi nella messa a punto dell’organizzazione della gestione.
Dalla stampa apprendiamo che esiste una proposta Ecolan. Certo, la società lancianese è un’organizzazione seria, con un buon management e con dei buoni risultati, dove svolge il servizio di raccolta. Ma è in grado di garantire gli stessi risultati anche su Vasto, una città certamente complessa, con una popolazione che raddoppia nel periodo estivo e con oltre 12 km di costa, la più lunga d’Abruzzo? Nella proposta si parla di una differenziata al 75%, ma come ci si arriva, attraverso quale azione? ll dubbio è lecito avendo notato che Ecolan non attua la “tariffa puntuale(quanto più indifferenziato butto, tanto più pago)” che, invece, è proprio un incentivo all’aumento della differenziata, che consente anche di fare un censimento per evidenziare utenze non conosciute. E poi, non capiamo come è quando il centro di raccolta comunale e il centro del riuso, fondamentali per la differenziata, saranno realizzati. La cosa di cui si è certi però è che, se la società lancianese, per iscritto, con una clausola chiara e incontestabile, si assume la responsabilità di quanto detto, come una partita a poker dove in gioco c’è il futuro di un’ intera comunità, allora andiamo a vedere le carte di Ecolan.
Ma a questo punto sorge spontanea la domanda: Perché ciò che può fare Ecolan non la possiamo fare noi, direttamente, come si suol dire, in house, acquisendo interamente pulchra e abbattendo il debito(pare di oltre 4mln di euro), che il comune ha con Pulchra stessa? Perché non possiamo fare ciò che farebbe Ecolan, in modo da salvaguardare il nostro patrimonio fatto di know-how, macchine, personale? Perché rinunciare ad avere un peso politico, nostro e del nostro territorio, per la cui carenza soffriamo da tempo di marginalizzazione, rispetto al resto della regione? Perché navighiamo a vista, totalmente estranei alle dinamiche regionali e provinciali, come per la Sanità, rispetto alla quale è ormai palese che siamo la cenerentola della Asl?
E del Consorzio Civeta che ne facciamo? Vi siete chiesti, dopo aver aderito a Ecolan, che fine potrebbe fare il consorzio Civeta(altro patrimonio importante è strategico del nostro territorio), se lo smaltimento venisse fatto negli impianti della Val di Sangro, visto che Ecolan ha interesse a smaltire lì e non qui?
E ancora, può il comune di Vasto detenere partecipazioni in più società/consorzi che si occupano della stessa materia rifiuti (Civeta ed Ecolan)? Se così fosse, Vasto dovrà dismettere la partecipazione non più ritenute strategiche nel Civeta e quote e patrimonio detenuti dovranno essere alienate? Sarà legittimo farlo nella tutela dell’interesse pubblico, senza incorrere in una seria responsabilità di danno erariale da parte della Corte dei Conti, visto che il Comune di Vasto ha investito proprie risorse(nostri soldi) su Civeta, in modo che diventasse la struttura che è oggi, invidiata da molti territori?
Come si vede, forti e numerosi sono i dubbi su questa vicenda e su come viene gestita. Ormai mancano appena tre mesi alla scadenza del contratto e la mancata programmazione rischia di determinare scelte sbagliate. Un’amministrazione attenta non sarebbe arrivata alla vigilia della scadenza del contratto per valutare le migliori opzioni.
Cosa accadrà ad agosto, in piena stagione estiva, con la popolazione raddoppiata? Quando saranno informati i cittadini delle decisioni del Comune? Soprattutto, visto che siamo già ad aprile, quando l’Amministrazione deciderà?
Angelo Bucciarelli (Pd Vasto)
Angelo Bucciarelli
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