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Approvate le linee guida del piano epidemiologico sulla fauna selvatica

La giunta regionale, su proposta dell’assessore Silvio Paolucci, ha approvato le linee guida per la predisposizione del piano di sorveglianza epidemiologica e monitoraggio delle malattie sulla fauna selvatica. Il provvedimento mira ad incentivare i controlli sulla fauna selvatica con l’obiettivo di raggiungere il 100% delle analisi sulla ‘Trichinella’ sui cinghiali, soprattutto al fine di evitare l’elusione dei controlli e dunque tutelare la sicurezza della salute pubblica nonché del patrimonio zootecnico . La salvaguardia dell’ecosistema compresi gli animali selvatici, garantisce che i costi degli esami trichinoscopici possano essere ricompresi nel Piano regionale della prevenzione, azzerandone dunque gli oneri a carico degli utenti del sistema faunistico-venatorio.

“Si tratta di un provvedimento di estrema importanza – ha commentato l’assessore Paolucci – che estende sul livello regionale una buona prassi già sperimentata presso la Asl di Teramo e che, nell’ambito di un piano dettagliato di sorveglianza del rischio zoonosico. La conoscenza reale e il contatto diretto con gli animali selvatici, propri del cacciatore, sono alla base del suo ruolo di sentinella ambientale. L’attiva collaborazione del mondo venatorio, dunque, permetterà la raccolta di numerose informazioni sanitarie utili a prevenire la comparsa di malattie sul territorio”.

Al piano è inoltre demandata la programmazione dell’attività di sorveglianza sulla fauna selvatica per lo svolgimento efficace coordinato delle attività, l’organizzazione di un sistema informatico per la raccolta dei dati nonché l’individuazione di mappe di rischio per singole patologie a carattere epidemico ma anche la condivisione delle attività di sorveglianza con gli enti di gestione faunistica venatoria e delle aree protette presenti sul territorio regionale.

“La necessità di dotarsi di un piano – ha commentato l’assessore alla caccia Dino Pepesta nel fatto che gli animali selvatici possono rappresentare i potenziali serbatoi di molte malattie infettive ed infestive trasmesse ad animali domestici e all’uomo, diventando potenzialmente fonti di malattie zoonosiche. E’ necessario dunque acquisire continue informazioni sullo stato sanitario al fine di effettuare una valutazione del rischio sanitario”.

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