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Recinzioni, sì dalla Regione, no dal Comune

Sono consentite dalla Regione, ma tassativamente vietate dal Comune. Sono le recinzioni degli stabilimenti balneari una delle tante incongruenze contenute nel piano spiaggia approvato dal consiglio comunale dopo un lunghissimo e complesso iter durato ben undici anni. Un lasso di tempo che ha fatto diventare “obsoleta” una variante a cui ora il Comune deve rimettere mano, andando a modificare quegli aspetti che potrebbero scatenare una serie di ricorsi.

E’ il caso delle tante contestate recinzioni, oggetto negli anni passati di forti contrapposizioni con gli operatori turistici e di una battaglia politica portata avanti dal centrosinistra. L’articolo 11 del piano del demanio comunale licenziato l’altro giorno dall’aula vieta “la recinzione totale o parziale dell’area in concessione anche se realizzata con sistemazioni a verde” (siepi per intenderci). Quelle che ci sono, quindi, andrebbero abbattute stando al documento di pianificazione del litorale.

Ma non è proprio così, visto che una leggina approvata dalla Regione nel 2015 “salva” quelle già esistenti se legittimamente autorizzate. Insomma, il solito pasticcio all’italiana.

“E’ una situazione a dir poco paradossale”, attacca l’avvocato Guido Giangiacomo, capogruppo consiliare di Forza Italia, “l’incongruenza tra il piano del demanio comunale che vieta tassativamente le recinzioni prevedendone l’abbattimento e la leggina regionale approvata nel 2015 potrebbe scatenare una serie di contenziosi. Ecco perché occorre rimettere al più presto mano al piano spiaggia, quello che è stato approvato dal consiglio comunale è obsoleto e ha richiesto tempi oggettivamente troppo lunghi. Non occorrono due lustri per portare a termine un iter: in undici anni si sarebbero fatte due o tre varianti. La stessa Regione nel dare il via libera al documento di programmazione ha stabilito che subito dopo il procedimento di approvazione della variante dovranno essere avviate le attività di adeguamento della stessa alle disposizioni contenute nel piano del demanio marittimo regionale”.

E Giangiacomo parla con cognizione di causa visto che quando è stato assessore alla pianificazione territoriale, durante la gestione del centrodestra con sindaco Filippo Pietrocola, si è occupato personalmente del piano spiaggia che ha visto la luce in tempi brevissimi.

E’ stato approvato il 22 febbraio 2005”, ricorda Giangiacomo, “per approvarlo abbiamo impiegato un anno e mezzo e noi, tra l’altro, siamo partiti da zero, con un piano ex novo. Avevamo anche messo a bando le nuove concessioni, ma l’amministrazione comunale guidata da Luciano Lapenna, che è subentrata dopo di noi, nel 2006, ha annullato tutto”.

Quella di bloccare il bando per l’assegnazione delle nuove concessioni demaniali fu uno dei primi atti dell’esecutivo di centrosinistra.

Anna Bontempo (Il Centro)

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