Sono presenti 32 immigrati, ma ne potrebbe accogliere 15, cioè meno della metà. Il numero dei richiedenti asilo e le non conformità strutturali e di requisiti generali in materia di igiene sono le irregolarità riscontrate dalla Asl durante un sopralluogo al Cas (Centro di accoglienza straordinaria) lungo la Statale 16 nord, tra San Nicola e Canale, due suggestive località della costa.
L’ispezione, effettuata da dirigenti e funzionari del Dipartimento di prevenzione e del Servizio igiene degli alimenti, ha accertato la presenza di 32 migranti non compatibile con la destinazione d’uso residenziale del fabbricato. Oltre a intimare la sospensione della preparazione delle colazioni e la somministrazione dei pasti in loco, i funzionari della Asl hanno invitato i responsabili del Cas, la cui gestione è affidata al circolo territoriale Arci, a mettersi in regola.
Gli accertamenti fanno seguito ad un esposto presentato dai proprietari delle villette confinanti, secondo i quali il numero eccessivo di ospiti creerebbe problemi igienico-sanitari, dal momento che la zona è sprovvista di fogne alla cui assenza si sopperisce con le fosse biologiche.
“E’ solo un problema di destinazione d’uso dell’immobile”, fa presente Nicola Salvatorelli, presidente dell’Arci, “il 3 aprile è stata presentata una richiesta al Suap (sportello unico delle attività produttive) per la trasformazione del fabbricato in ostello. L’8 maggio, dopo il sopralluogo della Asl, è stata concessa l’autorizzazione alimentare alla somministrazione dei pasti precedentemente sospesa. Ci stiamo adeguando. L’esposto presentato dai proprietari delle villette? Una forma di intolleranza”, conclude Salvatorelli.
Il Cas è ospitato in un ex casello ferroviario ristrutturato e trasformato in villa con tanto di dependance. La struttura, a detta dei gestori, ha le caratteristiche per ospitare 50 migranti: ha una superficie di 285 metri quadri ripartita tra seminterrato, piano terra e primo piano, è dotata di cinque bagni , di sistema di sicurezza e di antincendio certificato dai vigili del fuoco di Chieti. Ci sono sei addetti, di cui quattro dipendenti e due volontari. Sono disponibili un insegnante di italiano, uno di educazione fisica e una consulente psicologa. I ragazzi, tutti richiedenti asilo, vengono impegnati in diverse attività ricreative e culturali. La loro permanenza dovrebbe essere limitata al tempo strettamente necessario al trasferimento nelle strutture di seconda accoglienza.
Anna Bontempo (Il Centro)