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Brunori Sas incanta Teatro Rossetti

Talento puro, ironia pungente ed autoironia che strappa sorrisi ed appalusi queste le caratteristiche innate di una delle più grandi voci del Cantautorato Italiano. Un Teatro Rossetti stracolmo in ogni ordine ha calorosamente accolto ieri sera la musica e le parole di Dario Brunori attraverso la regia preziosa di Paolo Talanca. Il cantautore calabrese è stato intervistato dal giornalista de “Il fatto quotidiano” e sin dall’inizio ha instaurato un rapporto di complicità con il pubblico che si è divertito anche grazie alla sua sottile ironia, giocando sull’immagine del “cantautore triste e malinconico”; tra una battuta e l’altra ha parlato di se stesso e della sua famiglia, diviso tra la sua terra e la Milano scintillante agli occhi del ragazzo del sud che mentre “mangia sushi-brasiliano sente una voce interiore, magari del nonno, che dice ma che c… stai facendo?”. Un mattatore del palcoscenico che svela passo passo il suo io “condominiale” tra il serio e il faceto: “Ho cominciato a fare questo mestiere un po’ tardi,ho fatto il primo disco a 32 anni. Per questo mestiere è un’età avanzata”. 

L’artista ha raccontato della sua città, Guardia Piemontese, un “paese di mare” sovrappopolato d’estate ma solitario d’inverno. “Penso che la creatività abbia a che fare con la noia” ed è così che Dario ha iniziato il suo percorso di crescita musicale che lo ha portato, ad oggi, a pubblicare il suo quarto album A casa tutto bene. Paolo Talanca ha ripercorso la sua carriera partendo dagli esordi fino alle sue ultime canzoni, come “Don Abbondio”; “L’uomo nero”; “La verità”; “Secondo me”; “Contro la paura” che ha eseguito magistralmente al piano, fingendo di “non saperlo suonare” e in acustica con la fedelissima Martin.

Nell’intervista sono stati toccati diversi punti sull’attuale stato della canzone italiane: i nomi di Guccini, Dalla, Ivan Graziani ed altri sono diventati un punto di riferimento per Brunori solo dopo il primo album, quando ha sentito la necessità di confrontarsi con gli artisti degli anni 70/80 per trovare una strada propria. Si è parlato della poliedrica personalità del cantautore e della sua poetica, diviso tra la sua “anima calabrese” ed il conflitto dell’isolamento e la necessità di evasione.

“Mi piace l’idea che sto facendo un lavoro che ha a che fare con le parole, con la scrittura e mi piace il fatto di fare spettacolo, è una componente interessante”. Si conclude così, con successo di folla che aspetta, sotto la pioggia e al freddo, Dario Brunori anche all’uscita del Teatro, il terzo appuntamento dei “Giovedì Rossettiani 2017 – Parole in musica”.

Il prossimo appuntamento sarà con Nada il 27 aprile, sempre al teatro Rossetti.

Foto di Costanzo D’Angelo (Occhio Magico)

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