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Cambiano ditta di lavoro e restano senza stipendio

 

 

 

Cambiano datore di lavoro e restano senza stipendio. Duecento operatori socio-assistenziali, ex dipendenti della cooperativa Azzurra di Chieti Scalo che prestano servizio nelle strutture della Asl, anche a Vasto, sono senza busta paga da novembre.

«Lo scorso mese di dicembre, esattamente il 12, l’Azienda sanitaria tramite un bando ha cambiato fornitore di servizi», racconta un gruppo di operatori, «da allora siamo passati dalla Cooperativa Azzurra di Chieti, di cui eravamo soci-lavoratori, alla Servizi Integrati srl. Da quel giorno non abbiamo percepito nè lo stipendio di dicembre, nè la tredicesima e tanto meno il Tfr (trattamento di fine rapporto, ndc) e la liquidazione, cioè tutto ciò che la cooperativa Azzurra avrebbe dovuto corrispondere per la chiusura del rapporto di lavoro in seguito alla perdita dell’appalto. Ad oggi sono passati quasi 6 mesi, decisamente troppi per degli onesti e diligenti lavoratori che per pochi soldi vanno nelle varie strutture della Asl per svolgere le loro mansioni».

Gli operatori socio-assistenziali chiedono al direttivo della cooperativa teatina di saldare presto il debito e la corresponsione delle quote associative dell’importo di 52 euro al mese. «Stiamo parlando di cifre che sarebbero dovute essere accantonate e quindi pronte e a disposizione dei lavoratori», incalzano i dipendenti che lamentano condizioni occupazionali ai limiti della legalità.

Riferiscono di domenica pagate come giorni normali, senza le indennità previste dalla legge, di notti retribuite solo con una piccola maggiorazione di 5 euro, di lavaggio delle divise le cui spese sono a loro carico e di una settimana di ferie all’anno.

I problemi lavorativi si sono aggravati con la perdita dell’appalto da parte della cooperativa teatina, alla quale è subentrata la Servizi integrati srl di Roma. La situazione, già abbastanza precaria, è peggiorata per gli operatori socio sanitari che nonostante tutto continuano a svolgere regolarmente le loro mansioni e senza sottrarsi alle loro incombenze. «Nel momento del passaggio nessuno ci ha avvertito, come invece avrebbero dovuto fare con almeno quindici giorni

di anticipo», aggiungono gli operatori quasi tutti mono-reddito, i quali, prima ancora di perdere lo stipendio avevano subito. L’anno scorso a novembre abbiamo subito un taglio di ore del 30/40%, per permettere alla Asl di economizzare».

Anna Bontempo

 

 

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