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Il PD catalizza l’estate politica vastese – parte 2

Molino_D_AlessandroMesso da parte il confronto tra vecchia guardia e giovani rampanti, l’altro tema che sta scuotendo il Partito Democratico vastese prende spunto dall’ultima nota diffusa da Domenico Molino che, oltre a ribadire la sua posizione di cui abbiamo parlato più o meno diffusamente, ha stupito tutti con un coup de théâtre, ovvero questo invito: “Chiedo di entrare a chi ha passione politica e vuole mettersi in gioco, chiedo di tornare a chi ha conosciuto il Pd e ne ha determinato la sua nascita, ma, per varie ragioni, se ne è allontanato. Mi domando: perché  in tanti in questa città hanno scelto altro? Perché Spadaccini,  Baccalà,  Bontempo, Marcello, Montemurro, Del Prete e D’Alessandro non vengono ad aiutarci in  questa nuova costruzione?”

Al buon ex assessore al Bilancio hanno risposto immediatamente alcune delle persone chiamate in causa con un documento, sul quale si è aperto anche un caso, a firma di Davide D’Alessandro, Nicola Del Prete e Alfredo Bontempo, che, però, pochi minuti dopo la diffusione della nota ha smentito di averne autorizzato la pubblicazione anche a suo nome.

“(…) Molino – si legge nel comunicato dei centristi – chiama in causa per nome e cognome alcune persone, le invita a battere un colpo, a partecipare a qualcosa che lui auspica nuovo e più inclusivo. E alcune di queste persone hanno deciso di rispondere, di far sentire la loro voce perché condividono un pericolo: che la nostra città e il nostro territorio possano restare estrema periferia della periferia politica abruzzese.

Non abbiamo mai ritenuto che in un regime democratico, fondato sulla rappresentanza, si potesse e si possa fare politica senza i partiti. È una illusione. Ma un’altra cosa dev’essere assolutamente chiara: non è possibile neppure farla con i partiti come li abbiamo conosciuti negli ultimi vent’anni. Partiti personali e padronali mischiati con partiti, per dirla con Ilvo Diamanti, impersonali, privi di una leadership vera e riconosciuta”.

Pur ribadendo la debolezza del Pd dilaniato fra tante correnti e personalismi, e la sua mancata nascita per come era stato pensato dai suoi fondatori i centristi confermano  la loro vicinanza al PD che rappresenta “potenzialmente, e sottolineiamo potenzialmente, quello più vicino all’idea di partito cui aneliamo”

“Ora, come ricorda Molino – aggiungono – si sta per avvicinare un momento cruciale, un momento che può essere davvero (ri)fondativo: il Congresso. Il Congresso è davvero la grande occasione per (ri)nascere, per dimostrare che il Pd può essere il fulcro di una nuova politica, locale, regionale e nazionale. Chi ne è fuori, come noi, può certamente considerare la possibilità di entrarvi o di rientrarvi, di farne parte a pieno titolo, sentendosi a casa e non in albergo, ma in un frangente così delicato è necessario, come argomentato anche da Renzi, conoscere bene le regole che condurranno al Congresso. Se saranno regole improntate all’apertura, alla consapevolezza che c’è bisogno di un nuovo modo di praticare e di vivere la politica, noi non avremo alcuna difficoltà a rispondere alla chiamata. Il Pd, come ha felicemente sostenuto il giovane Della Gatta, non può continuare a dividersi sulle persone e a non unirsi sulle idee”.

Al termine del comunicato D’Alessandro e Del Prete avanzano anche l’ipotesi su cosa si aspettano da qui al futuro prossimo per il PD vastese continuando a chiamare a raccolta idee e persone

“Di più, Vasto e il Vastese hanno estremo bisogno di mettere insieme idee e persone, di costituire una forza in grado di elaborare una proposta politica alta a disposizione di chi amministra. Ma per averla, deve poggiare sulle persone che in questi anni non hanno mai smesso di avere il consenso degli elettori, unici giudici di chi opera in politica. A queste persone, dentro e fuori il Pd, noi chiediamo di costruire una presenza politica compatta, unitaria, in grado di essere classe dirigente che abbia visioni e progetti da realizzare, in grado di dare risposte urgenti a cittadini sempre più lontani, come hanno ampiamente continuato a dimostrare le ultime elezioni amministrative, dalle istituzioni.

Non possono più esserci i partiti di pochi, o di uno solo, per molti. Il partito è tale se riesce a rappresentare una larga base comunitaria, a tenere insieme i molti, esercitando, con chi ha consenso, una guida equilibrata, illuminata e sicura. Tutto ciò ci auguriamo che il Pd, a Vasto come a Roma, lo sia e lo abbia presto”.

Dunque, D’Alessandro e Del Prete sarebbero pronti ad approdare nel PD dove, però, visto il loro retaggio, probabilmente andrebbero a spostare l’asse politico verso il centro e, forse, non tutti nel PD vastese ne sarebbero contenti a cominciare da chi oggi riveste posizioni determinanti e ha ancora conti in sospeso con loro. E non solo, lo stesso Lapenna, uscito vincitore dall’ultima crisi di maggioranza, ma che con i centristi, da stratega qual è, ha sempre mantenuto un dialogo aperto valuterà attentamente gli sviluppi di questa situazione anomala, che, oltretutto, davvero rischierebbe di generare una maggioranza monocratica in Consiglio comunale.

Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)

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