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“Finché vita non ci separi”, il primo album della rockband vastese “Le Choix”

lechoix2“Le Choix” sono cinque ragazzi. I francesi usano questo termine per indicare “La scelta”, e di scelte , per arrivare a registrare un album, se ne fanno tante. La prima scelta cruciale è stata quella di mettere su un gruppo, nel senso più vero del termine. Arrivare a “scegliersi” come membri di un qualcosa, dopo che molti sono stati i musicisti a passare e lasciare per motivi diversi. La seconda scelta: il nome di quel primo album, appena pubblicato, “Finché Vita Non Ci Separi”.
Ed eccola qui “Le Choix”, seduti su un divanetto semi-sfondato collocato in una stanzetta accanto alla sala prove, hanno impresso sul volto anni di canzoni suonate nei locali, ore di studi, di accordi di brani scritti da altri, di riff e assoli fuoriusciti poi da soli dalle viscere di un ronzio che avevano in testa, imbracciando i loro strumenti.
Sono Fabio Neri, il cantante, Fabrizio Marchesani e Francesco Raimondi, i chitarristi, Alessio Pascucci batterista, Stefano Scurti bassista. La voglia di parlare è tanta, tirar fuori tutto dopo mesi interi di prove e registrazioni, e lo fanno davanti a una bottiglia di vino rimasta sigillata per tutto il tempo dell’intervista (nessuno aveva un cavatappi). Iniziano a raccontarsi ma Stefano, il bassista, deve mollare tutti per un impegno, gli altri sorridono e lo salutano. Dopo pochi minuti vorrebbero telefonargli per scattare una foto insieme.
Ecco, “Le Choix” sono prima di tutto un gruppo di amici, con già migliaia di serate alle spalle, insieme o con altri non importa, ora finalmente sono uniti dallo stesso nome. Il più giovane è Alessio (classe 1991) che ci tiene a porre l’accento sulla sua crescita musicale insieme agli altri: “Mi sono conquistato la loro fiducia con umiltà e passione. Devo ringraziarli se anche per loro sono maturato alla batteria”.
Cinque componenti ma un’unica persona. Difficile distinguere un leader. È roba vecchia, che puzza di band anni ’90. Sono cinque leader che fondono i loro talenti in un solo, potente suono, che plasma il significato più intimo dei testi scritti da Fabio. Nessun cantante che si pavoneggia circondato da musicisti anonimi nemmeno messi a fuoco dalla telecamera. Tutti sentono con forza l’essenza delle melodie e dei ritmi delle canzoni contenute nel nuovo album. Stili diversi, i loro, ma che fusi insieme producono un sound essenziale, aggressivo ma diretto e armonioso al tempo stesso.
Come sono saltati fuori gli undici pezzi di Finché vita non ci separi?
“Da un’esigenza– spiega Fabio – per me è stato una bombola d’ossigeno. Un album in cui finalmente abbiamo detto la nostra, senza ostacoli; quello che avevamo in testa dovevamo esprimerlo”.
Scegliere ancora, questa volta decidere di suonare senza puntare sulle solite manie di protagonismo e notorietà.
“A me non frega niente della notorietà – dice Francesco nascosto da un paio di occhiali da sole – suono per passione e ho pure un lavoro. Quello che m’interessa è regalare emozioni”.
L’album contiene un insieme di impressioni e spunti interessanti che parlano di vita. Quella vita vissuta sulla pelle da qualsiasi giovane che brancola nel buio artificiale di illusioni, promesse e un futuro costantemente in bilico.
“Finche vità non ci separi” vuole sottolineare come sia difficile oggi restare in contatto, non con i social network, ma con le esistenze, “Perché non è nemmeno la morte che separa due persone, ma è durante la loro vita che queste possono allontanarsi senza ritrovarsi mai”. Già la vita, quella che un ragazzo, compiuti 30 anni, inizia a pensare per davvero: “Abbiamo deciso di forgiare l’album pensando al passare del tempo, infatti nei brani ci sono tracce di tutte le fasi della vita di un uomo”.
I pezzi c’erano già, i brani erano già pronti in ognuno di “Le Choix”: piccoli o grandi frammenti di suoni, testi e melodie, poi cuciti insieme con un risultato corale sorprendente . “Le canzoni dell’album sono energiche, abbiamo scelto un rock fatto di chitarre, dalla ritmica semplice e con arrangiamenti diretti. Volevamo che il messaggio arrivasse dritto alle persone” dice Fabrizio, sprofondato sul divano con le gambe accavallate.
Per il loro primo video ufficiale (disponibile gratuitamente su YouTube) hanno scelto un brano dal titolo “Orchidea”. Nel ritornello invita a “tornare a sbocciare” perché, spiega Fabio, “il passato spesso condiziona molto nelle scelte, ma bisogna guardare avanti e non rimpiangere mai nulla”. Il video è stato girato a Fossacesia, diretto dalla giovane regista Jessica Ballerini. Gli altri brani sono una miscela di riferimenti a tutto ciò che ruota attorno alla vita, visti con gli occhi di ragazzi. Trova spazio anche una critica alla cattiva politica, “Politikani”, che descrive perfettamente la rabbia dei giovani per un sistema “disastroso nel fare politica, senza puntare il dito per questo o quello schieramento, solo contro un modo sbagliato di considerarsi rappresentanti dei cittadini”.
L’ultima scelta è stata quella di non “scappare”. Scappare spinti dal desiderio sordo di far carriera altrove, lontani dalla propria terra. Scelta non facile sviscerata nel testo di “Io Resto Qui” in cui emerge l’amore quasi materno per la città di Vasto, da cui “è facile scappare ma difficile cambiare le cose dall’interno. Restare il più possibile accanto alle cose e alle persone che ami, ti permette di vivere meglio, senza nostalgie”. Non resta che misurarsi con le impressioni del pubblico dopo mesi di lavoro estenuante nello studio Proto Sound di Chieti Scalo: “Non vediamo l’ora, sarà un modo unico di trasmettere le nostre emozioni anche a chi verrà a sentirci dal vivo”.
La scelta che resta è quella di ascoltare tutti i brani di “Finche vita non ci separi” (disponibili anche su iTunes). Dal primo all’ultimo.

Stefano Lanzano

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