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Legge elettorale regionale: è l’ora dell’ostruzionismo

Consiglio regionale

ANTONIO MENNALo avevamo preannunciato nei giorni scorsi e non ci sbagliavamo. Sulla riforma della legge elettorale regionale è scontro e non poteva essere altrimenti. Quello che a molti potrebbe sembrare un mero confronto dialettico e costruttivo, in realtà potrebbe nascondere l’intenzione di tornare al voto con le medesime regole, ovvero senza adottare i profondi cambiamenti radicati nel nuovo disegno di legge voluto dalla Commissione speciale per la legge elettorale e per le modifiche e l’attuazione dello Statuto presieduta dal pidiellino Lorenzo Sospiri. Basti pensare agli oltre mille emendamenti alla proposta licenziata dopo un lungo iter dalla Commissione composta da ben 16 dei 45 consiglieri di tutte le componenti politiche e che ora trova ostacoli nella sua approvazione in primis proprio da PdL, PD e SEL. In questo clima di ambiguità si innesta l’intervento del consigliere regionale dell’UdC Antonio Menna (anch’egli componente della Commissione), che, lodando giustamente il lavoro portato avanti da Sospiri e C., richiama i consiglieri regionali ad una maggiore responsabilità:

Il Consiglio regionale dopo le modifiche statutarie sulla riduzione del numero dei consiglieri regionali da 45 a 30 ed assessori da 10 a 6, riduzione delle indennità, dei costi della politica per i consiglieri e gruppi consigliari,  ora approvi subito la Legge elettorale .

Dopo anni di discussione e di confronto in Commissione con la magistrale Presidenza del  collega Lorenzo Sospiri, si è raggiunto un accordo complessivo sulla eliminazione del Listino, sull’eliminazione del voto disgiunto, sui collegi su base provinciale, sulle preferenze, sul premio di maggioranza. A grande maggioranza anche sullo sbarramento del 2 e 4 per cento, rispettivamente su coalizione e da soli.

Ora vedo oltre mille emendamenti ostruzionistici della sinistra radicale e del Pd e Pdl oltre ad emendamenti di miglioramento della legge che bloccano il Consiglio e si rischia di fare una legge a colpi di maggioranza o di non farla facendo rimanere la vecchia legge con il listino e voto disgiunto.

Le attuali forze di maggioranza Pdl e Pd facciano uno sforzo per dare all’Abruzzo una nuova legge elettorale la più larga condivisa per lo sbarramento così come licenziata dalla Commissione competente”.

Il nocciolo della questione, dunque, sarebbe soltanto riconducibile alla soglia di sbarramento che portata al 4% per i singoli partiti creerebbe non pochi problemi alle piccole rappresentanze, ma certamente favorirebbe una frammentazione intra-coalizione. Certo è che se tutto si riduce a questo punto, ci si chiede, allora, con maggior forza e più di un dubbio a cosa si riferiscano gli oltre 1000 emendamenti presentati alla proposta di riforma.

Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)

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