Non si attenua la crisi gestionale che sta mettendo in ginocchio l’aeroporto “Liberi” di Pescara. Dopo l’impugnazione da parte del Governo dei finanziamenti promessi dalla Regione alla Saga, la società che gestisce lo scalo, visto il pesante deficit accumulato, oggi ad alzare ulteriormente la soglia d’allarme sul futuro dell’aeroporto d’Abruzzo sono i dati sul traffico: 900 passeggeri in meno tra gennaio 2013 e gennaio 2012 , oltre ad 11 voli cancellati negli ultimi 18 mesi ed una riduzione del numero di aereo-cargo da 122 a 112 in un solo anno. Intanto, però, a fronte di un numero di aerei in arrivo e partenza cresciuto da 539 a 613 sono stati tagliati voli pesanti come i collegamenti per Bucarest e Torino della AirVallee, quelli per Verona, Eindhoven ed Alghero della Ryanair, i voli diretti a Catania, Olbia, Creta e Spalato di Flyonair. Chiuso anche l’Air Transat per Toronto ed il volo merci Ups. Se da una parte il management che gestisce l’aeroporto sostiene la necessità del taglio dei voli come conseguenza della diminuzione del numero di passeggeri, dall’altra c’è chi afferma esattamente il contrario, ovvero che la diminuzione del numero di utenti è correlata alla cancellazione di linee importanti ed alla sovrapposizione di linee come i voli per Bergamo e Milano. Ad avvalorare tale tesi quel che è successo sulla tratta Pescara-Londra dove si è avuto un aumento del 5% dei passeggeri su base annua. Sotto la lente anche l’indecisione del presidente Laureti, che dopo le promesse fatte all’indomani della sua nomina, non ha ancora portato a compimento il programma di nuovi voli verso mete importanti quali la Sicilia, Mosca e Roma. A prescindere da tutte le polemiche che da settimane stanno maturando da una vicenda che ai più appare molto complessa, non possiamo dimenticare gli ambiziosi progetti di un aeroporto nell’aquilano ed uno nel vicino Molise e non vorremmo ancora una volta dover constatare l’esistenza di un disegno ben preciso nella gestione dello scalo pescarese.
Lu. Spa.
