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Lavoro: situazione critica al limite del collasso

Continua il momento di grande sofferenza delle grandi, medie e piccole imprese intorno alle quali orbita tutta la forza lavoro del vastese.

Se è vero che a Piana Sant’Angelo NSG-Pilkington e Denso subiscono con forza il pesante taglio alle vendite di automobili in Italia e non solo che hanno costretto i rispettivi management a rivedere i piani di investimento (anche se per la fabbrica di alternatori si attendono gli 8 milioni di euro concessi dalla Regione) ed occupazionali con il ricorso frequente e prolungato ai contratti di solidarietà, dai quali, però, sembrano stranamente immuni impiegati e sindacalisti;

se è vero che la Valsinello vede chiudere i capannoni giorno dopo giorno lì dove la situazione degli ex dipendenti della Golden Lady resta congelata ed il Pantalonificio d’Abruzzo chiude i cancelli lasciando senza lavoro ben 95 persone;

se è vero che anche la zona industriale di Punta Penna mostra un quadro di asfissia per le piccole imprese che vi sussistono con pesanti possibili ripercussioni sull’occupazione; la situazione sta diventando sempre più grave anche nella Val di Sangro. Si preannuncia un febbraio nero alla Honeywell, l’industria che costruisce turbine, né appare roseo quello della SEVEL.

Abbiamo già detto nei giorni scorsi dei 12mila posti di lavoro a rischio nel bacino sangritano ed ancora oggi i sindacati pongono l’accento su quelle criticità che non trovano soluzioni adeguate. In particolare, la scomparsa paventata dei consorzi industriali e l’accentramento gestionale e dei controlli nell’Agenzia regionale delle Attività produttive sta avendo conseguenze allarmanti. In questo quadro di impasse, determinato prevalentemente dal commissariamento del consorzio industriale della Val di Sangro,  i sindacati più rappresentativi denunciano l’aumento a dismisura dei contenziosi “decine di incarichi legali sono stati assegnati per pratiche di recupero crediti nei confronti delle Aziende; si dubita che per dette pratiche i costi per il Consorzio siano superiori ai ricavi; inoltre le Aziende, già investite dalla congiuntura economica negativa, vengono ulteriormente gravate da atti giudiziari”. Non solo, ma poi vi sarebbe il paradosso che tali contenziosi riguardino ancheenti regionali, a loro volta commissariati, come l’A.T.O; Comuni che sono soci del Consorzio Industriale e la SASI S.p.A.

Se a tutto ciò aggiungiamo che negli ultimi anni il Consorzio non ha beneficiato di contributi statali e regionali, né per il suo funzionamento né per investimenti utili alla realizzazione di nuove infrastrutture o al mantenimento di quelle esistenti, e che da quasi dieci anni assicura, oltre alla depurazione delle acque industriali, anche la depurazione degli scarichi civili di alcuni Comuni del comprensorio, senza ricevere da questi ultimi alcun corrispettivo, ci si rende conto della drammaticità della situazione che potrebbe collassare da un momento all’altro alla luce anche del fatto che l’assessore regionale Castiglione ha chiarito come probabilmente la riforma dei Consorzi non andrà in porto in questa legislatura, ma che si dovrà attendere ancora diversi mesi.

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